Mar. 2nd, 2019

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584 parole
fandom: breakng bad

Latitanza imposta

 

 

Dopo averlo confrontato riguardo i suoi due cellulare, Skyler aveva preso con sé i figli ed era partita. Sarebbe stata dalla sorella per un paio di giorni, il tempo per lasciare che lui facesse sparire le sue cose da lì e se ne andasse. 

In quei due giorni aveva pensato parecchio a quale fosse il suo segreto, sempre più spaventata per la risposta che un giorno quasi sicuramente l’avrebbe colpita in pieno. Forse aveva un’amante molto ricca? Magari, sarebbe stato forse l’unico modo quasi legale che gli avrebbe permesso di pagarsi le cure. Ma Walt non era esattamente il tipo che avrebbe attratto una donna ricca.

Come poteva Walt avere fatto tutti quei soldi in così poco tempo? Più Skye ci pensava, più la risposta che le piaceva di meno le appariva come l’unica plausibile. Era uno spacciatore. L’unica altra idea che aveva avuto era che stesse ricattando qualcuno, forse era stato testimone di qualcosa e aveva chiesto soldi per stare zitto. Ma era impossibile. 

Forse aveva vinto la lotteria, ma perché non dirlo a lei? In fin dei conti sapendo di avere qualcosa da parte tutta la famiglia sarebbe stata più tranquilla, visto che i problemi economici erano parecchi e li stavano distruggendo. Lei stessa aveva lavorato finché aveva potuto, anche durante la sua gravidanza.

 

Skyler si sentiva così sola in quei giorni, al pensiero di non potersi confidare con nessuno, ed era debole dopo la nascita di Holly. Quella situazione non la aiutava per niente, tanto che aveva paura di finire in depressione o di parlare a Marie dei suoi sospetti. 

Era scappata dalla casa dei cognati coi figli, preoccupata dalla sua debolezza.

Quando lo aveva messo di fronte a quella domanda “Sei uno spacciatore?” che per lei era più una constatazione in quel momento, lui non aveva potuto negare l’evidenza.

 

Skye aveva reagito male. Già da quando il sospetto le era sibilato in testa, Skye aveva iniziato a evitare di parlare con Hank e con Marie. Loro non potevano sapere. Anche se il primo impulso di Skye era stato quello di correre da sua sorella a parlare di quanto fosse preoccupata di quel che stava succedendo, l’aveva ignorato. Non poteva. Non doveva. 

Skye aveva evitato la sorella e il cognato per un lungo periodo, un periodo che per lei era stato estremamente difficile e solitario.

Era sparita per qualche giorno, nonostante le loro chiamate continue, lei rispondeva con messaggi veloci che ce l’avrebbe fatta da sola.
Questa sua latitanza però non piaceva a sua sorella, che l’aveva chiamata ripetutamente durante quella giornata. 

Skyler non ce la faceva, sentiva che doveva parlare con qualcuno, soprattutto con lei. Ma era presto. Era ancora troppo presto per avere un confronto, per guardare negli occhi di Marie, della persona che in quel momento le poteva stare vicina, di sua sorella, che l’avrebbe capita e aiutata.

 

Sarebbe crollata. Avrebbe pianto per ore di fronte al suo sguardo di comprensione e di incondizionato amore fraterno. Non poteva. Skye continuava a chiedersi quale fosse la scelta veramente giusta in quel momento. Aveva sperato che Walt morisse in fretta, per espiare i suoi peccati, ma poi aveva sperato che restasse, che tornasse da lei e le dicesse che non era vero, che c’era un’altra spiegazione.
In fin dei conti, una scelta giusta c’era, ed era parlare. Ma lei non l’avrebbe fatto.

Si sarebbe nascosta fino a quando non fosse stata pronta a mettersi addosso una maschera di tranquillità  e a uscire dalla sua latitanza. Non li avrebbero scoperti.

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Partecipa al COWT9 

Breakup sociale

 

Certo che è proprio stupido, non si è accorto che Lu gli va dietro ogni volta che scrive?

 

Lucia aveva fatto in tempo a leggere il messaggio nell’anteprima del gruppo, immediatamente era stato cancellato. Era chiaro che Emma avesse sbagliato gruppo, ma in ogni caso a farci la figuraccia sarebbe stata lei, tanto per cambiare. 

Lui le piaceva, era così chiaro a tutti? Lucia aveva trattenuto il respiro per qualche secondo, pensando mentalmente a quante possibilità ci fossero che lui avesse visto il messaggio.

Non erano tante, in effetti. Lei aveva il telefono in mano e solo per questo era stato in grado di leggerlo, Emma l’aveva cancellato alla velocità della luce.
Lu aveva controllato gli ultimi accessi di tutti quelli del gruppo, purtroppo oltre a Emma e a Sara (alla quale era probabilmente destinato il messaggio inviato per sbaglio nel gruppo, anche Andrea aveva fatto da poco l’accesso, e lui era il miglior amico di Filippo, sicuramente ne avrebbe parlato con lui e lei allora sarebbe stata scoperta.

 

Era così brutta come cosa? Lucia era arrabbiata con se stessa per essersi fatta scoprire da Emma e aveva deciso che per un po’ si sarebbe data alla macchia.

 

Smettere di rispondere ai messaggi sarebbe stato poco gentile da parte sua, ma sarebbe stato sicuramente meglio rispetto alla prospettiva di essere presa in giro da tutto il gruppo. 

 

Lucia aveva deciso di scrivere un messaggio giusto a Sara, nella quale la avvisava che non si sentiva bene e che non sarebbe uscita con loro quella sera.

Poi aveva pensato di mettere il telefono in modalità aereo e non guardarlo fino alla fine del week end.

 

Non poteva sparire così, però. Se qualcuno avesse avuto bisogno di lei cosa avrebbe fatto? 

Lucia si era chiusa in camera, aveva silenziato il gruppo ed era rimasta lì immobile per qualche ora. Erano arrivati i messaggi di Sara, nel gruppo stavano scrivendo, ma lei non voleva fare l’accesso. Voleva solo fingere di non esistere.

 

Si sarebbero dimenticati di tutto, si sarebbero dimenticati di parlare del pettegolezzo che probabilmente avrebbe impegnato le loro serate insieme e la sua vita sarebbe tornata alla normalità entro pochi giorni. Solo pochi giorni. 

O poche settimane, non era sicura che in effetti bastassero pochi giorni. Ma i messaggi poteva leggerli, solo non doveva rispondere, non certo a lui, soprattutto.

 

Lucia era contenta che non andassero nella stessa scuola: loro studiavano tutti in città, lei invece aveva scelto un liceo in una città vicina, la stessa scuola che aveva frequentato sua madre, e quindi non avrebbe avuto troppi problemi a evitare di incontrarli. Si era inventata qualche scusa sullo studio pesante e aveva scritto privatamente a Sara che non sarebbe stata con loro neanche quella settimana. 

Per giorni era uscita solo per andare a scuola ed era tornata a casa sempre facendo le vie più nascoste, quelle prive di luoghi di interesse per loro. 

Le mancava il coraggio di tornare con loro, ma presto, ed era questione di giorni, forse settimane, l’avrebbe trovato. Nel frattempo si accontentava di sognare.

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