Latitanza imposta
Mar. 2nd, 2019 11:06 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
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fandom: breakng bad
Latitanza imposta
Dopo averlo confrontato riguardo i suoi due cellulare, Skyler aveva preso con sé i figli ed era partita. Sarebbe stata dalla sorella per un paio di giorni, il tempo per lasciare che lui facesse sparire le sue cose da lì e se ne andasse.
In quei due giorni aveva pensato parecchio a quale fosse il suo segreto, sempre più spaventata per la risposta che un giorno quasi sicuramente l’avrebbe colpita in pieno. Forse aveva un’amante molto ricca? Magari, sarebbe stato forse l’unico modo quasi legale che gli avrebbe permesso di pagarsi le cure. Ma Walt non era esattamente il tipo che avrebbe attratto una donna ricca.
Come poteva Walt avere fatto tutti quei soldi in così poco tempo? Più Skye ci pensava, più la risposta che le piaceva di meno le appariva come l’unica plausibile. Era uno spacciatore. L’unica altra idea che aveva avuto era che stesse ricattando qualcuno, forse era stato testimone di qualcosa e aveva chiesto soldi per stare zitto. Ma era impossibile.
Forse aveva vinto la lotteria, ma perché non dirlo a lei? In fin dei conti sapendo di avere qualcosa da parte tutta la famiglia sarebbe stata più tranquilla, visto che i problemi economici erano parecchi e li stavano distruggendo. Lei stessa aveva lavorato finché aveva potuto, anche durante la sua gravidanza.
Skyler si sentiva così sola in quei giorni, al pensiero di non potersi confidare con nessuno, ed era debole dopo la nascita di Holly. Quella situazione non la aiutava per niente, tanto che aveva paura di finire in depressione o di parlare a Marie dei suoi sospetti.
Era scappata dalla casa dei cognati coi figli, preoccupata dalla sua debolezza.
Quando lo aveva messo di fronte a quella domanda “Sei uno spacciatore?” che per lei era più una constatazione in quel momento, lui non aveva potuto negare l’evidenza.
Skye aveva reagito male. Già da quando il sospetto le era sibilato in testa, Skye aveva iniziato a evitare di parlare con Hank e con Marie. Loro non potevano sapere. Anche se il primo impulso di Skye era stato quello di correre da sua sorella a parlare di quanto fosse preoccupata di quel che stava succedendo, l’aveva ignorato. Non poteva. Non doveva.
Skye aveva evitato la sorella e il cognato per un lungo periodo, un periodo che per lei era stato estremamente difficile e solitario.
Era sparita per qualche giorno, nonostante le loro chiamate continue, lei rispondeva con messaggi veloci che ce l’avrebbe fatta da sola.
Questa sua latitanza però non piaceva a sua sorella, che l’aveva chiamata ripetutamente durante quella giornata.
Skyler non ce la faceva, sentiva che doveva parlare con qualcuno, soprattutto con lei. Ma era presto. Era ancora troppo presto per avere un confronto, per guardare negli occhi di Marie, della persona che in quel momento le poteva stare vicina, di sua sorella, che l’avrebbe capita e aiutata.
Sarebbe crollata. Avrebbe pianto per ore di fronte al suo sguardo di comprensione e di incondizionato amore fraterno. Non poteva. Skye continuava a chiedersi quale fosse la scelta veramente giusta in quel momento. Aveva sperato che Walt morisse in fretta, per espiare i suoi peccati, ma poi aveva sperato che restasse, che tornasse da lei e le dicesse che non era vero, che c’era un’altra spiegazione.
In fin dei conti, una scelta giusta c’era, ed era parlare. Ma lei non l’avrebbe fatto.
Si sarebbe nascosta fino a quando non fosse stata pronta a mettersi addosso una maschera di tranquillità e a uscire dalla sua latitanza. Non li avrebbero scoperti.