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Fandom: Metaphor- Refantazio
Prompt: Viaggio
Personaggi: vari

Gallica - 100
Will - 100

Gallica

Da quando erano saliti sul carro, Gallica si sentiva nervosa. Ogni volta che guardava Will aveva l'impressione di essersi dimenticata qualcosa di molto importante, vitale per la missione, se solo fosse riuscita a ricordarsi cosa. 

"è la prima volta che fai un viaggio?" Gli chiese, anche se sapeva già la risposta.

Lui annuì. "Non sono mai uscito dal villaggio prima."

"Giusto, sei stato sempre col principe." 

Will e il principe sono una cosa sola. 

Ma che sciocchezza! Forse stava invecchiando, si disse, più probabilmente era solo stanca.

Però gli assomigliava. WIll e il principe come erano due gocce d'acqua.



Will

Le spine gli premettero contro la gola e il Principe ansimò, prendendo fiato a fatica.

Nell'ultimo periodo anche pochi passi lo stancavano, tutto ciò che poteva fare era leggere il suo libro e dormire.

In sogno egli si vedeva come un giovane dai capelli blu con occhi eterocromi e due gambe agili che gli permettevano di correre. 

L'altro se stesso era partito per un viaggio per salvare il povero Principe che, debole e indifeso, non aveva possibilità di sopravvivere.

Si rese conto di non riuscire a svegliarsi. Poco male: quell'avventura era più interessante della sua triste vita.



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Drabble
Partecipano al COWT 14
Prompt: VIAGGIO
Fandom: Persona 5



La cosa più importante - 100
Il profumo - 100
Il libro - 100
Il mentore - 100
Morgana - 100
Nuova dimensione - 100
Un abbraccio freddo - 100
Sorelle - 100










La cosa più importante

Era dall'inizio dell'anno scolastico che Ann aspettava il momento della partenza per le Hawaii: la spiaggia, il mare, la natura selvaggia, la vita da turista.

Mentre preparava la valigia, però, si rese conto che la destinazione non le importava più come prima.

La cosa che desiderava di più era condividere quell'esperienza con Ren, poter visitare un nuovo luogo insieme, vivere per una volta lontana dal caos di Tokyo e dal loro... impegno sociale.

Sorrise mentre finiva di scegliere i vestiti, gli accessori e i costumi. Forse, di fronte al mare, sarebbe riuscita a confessargli i suoi pensieri.




Il profumo

Ryuji aveva impiegato la settimana precedente alla partenza a cercare il profumo giusto da portare in viaggio.
Vista la sua sfortuna con le ragazze era giunto alla conclusione che gli mancasse qualcosa. Ann gli aveva dato l'idea quando aveva parlato di un profumo che le faceva girare la testa. Ecco come avrebbe ottenuto il suo primo successo con una donna.
Era certo di avere trovato il profumo giusto: era maturo e speziato, lo faceva sentire più adulto, più sicuro di sè.
Aprì la valigia e... ma dov'era?
"Non ci credo. Che idiota!" Esclamò. A casa, ecco dov'era.






Il libro

Ogni volta che era andata in viaggio, Makoto aveva iniziato a preparare la valigia scegliendo quali libri portare con sé. Per la prima volta, però si era trovata in difficoltà. Arrossì pensando a quanto le scarpe eleganti che aveva tra le mani sarebbero state bene con l'abito azzurro che aveva scelto per la serata libera. Si domandò se lui le avrebbe notate, se si sarebbe complimentato con lei per l'abbinamento con la borsa e il bracciale che le aveva regalato pochi giorni prima.

Non aveva poi così tanto tempo, pensò, un solo libro sarebbe stato più che sufficiente.





Il mentore


Yusuke aveva sempre seguito Madarame nei viaggi durante i quali promuoveva la sua arte. In genere passava il suo tempo da solo ad ammirare le opere esposte nelle gallerie e nei musei in cui il suo mentore veniva accolto con tappeti rossi e applausi.

Il ragazzo si chiedeva se sarebbe mai riuscito a raggiungere il livello di quell'uomo che tanto ammirava, che l'aveva preso sotto la sua ala protettiva e gli dava la possibilità di accompagnarlo.

Per lui era un onore e gli andava bene così, anche se avrebbe tanto desiderato essere considerato e ammirato insieme a lui.




Morgana

"I gatti non viaggiano in aereo." Stupido Ryuji, pensò Morgana.

Quando riprenderò la mia vera forma gli farò vedere io come sono perfettamente in grado di viaggiare.

Non sono un gatto, ma non sono neanche un umano come lui. Zittì il pensiero, non sopportava sentirsi così confuso.

Lui desiderava solo vivere quelle esperienze in compagnia di Lady Ann, starle vicino di fronte all'oceano e proteggerla anche dall'altra parte del globo terrestre.

Non gli importava il viaggio in sé.

"Taci, Ryuji!" Ann gli accarezzò la testa, "La prossima volta andiamo più vicino, così vieni con noi. Non ti arrabbiare."




Nuova dimensione

La stanza era buia, Futaba accese una torcia ed entrò. Al suo interno uno scrigno richiedeva il codice di apertura. La ragazza lo digitò con sicurezza e in pochi istanti si ritrovò catapultata in una nuova stanza: aveva trovato un portale grazie al quale aveva viaggiato in un mondo nuovo.

Si guardò intorno, non aveva mai visto niente del genere, era al settimo cielo. Utilizzò le shortcut da tastiera per salvare, ma non sembravano funzionare.

Sentì un brivido scenderle lungo la schiena mentre leggeva le parole scritte in basso a sinistra sullo schermo: connection error, the game will now close.





Un abbraccio freddo

Viaggiare in prima classe la faceva sentire diversa. Quando arrivava in aereo accompagnata da personale dedicato attirava sempre l'attenzione su di sé e a lei questo non piaceva. Aveva chiesto a suo padre di permetterle di sedere insieme ai suoi compagni di classe in occasione del viaggio alle Hawaii e quando lui l'aveva accontentata la ragazza gli era saltata al collo, in un abbraccio affettuoso, proprio come faceva da bambina.
Lui l'aveva allontanata con un'espressione fredda. "Non mi sembra qualcosa di cui andare fieri."
Haru si era sentita sola, come sempre. Non riconosceva più suo padre.


Sorelle

Kasumi e Sumire erano arrivate stremate all'hotel riservato alle concorrenti.

Il viaggio delle due sorelle era stato costellato di ritardi e imprevisti, ma appena avevano chiuso la porta e si erano rifugiate nella loro stanza si erano subito sentite meglio. Avevano richiesto una cena in camera e si erano addormentate vicine, rinfrancate l'una dalla presenza dell'altra.

Kasumi come sempre aveva dato una grande dimostrazione di carattere e di competenza tecnica. Esibirsi dopo di lei la metteva sempre un po' a disagio. Ma ogni volta bastava il suo sorriso a incoraggiarla: "Vai e fai il tuo meglio, Sumi!"


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Fandom: Persona 5
200 parole
Personaggi: Sojiro Sakura
Slice of life
Partecipa al COWT 13


Nostalgia


Ormai era passato un mese da quando Ren era tornato a casa. Era la cosa giusta per lui, Sojiro ne era convinto, ma doveva ammettere di sentire la mancanza del ragazzo che aveva cambiato la sua vita, permettendo a lui e a Futaba di iniziare a vivere nel presente, senza più rimorsi. A volte quando entrava al LeBlanc la mattina, cercava di non fare rumore per non svegliarlo, per poi ridere nel ricordare che non c’era nessuno.
Stava davvero invecchiando.
Rimase per un attimo ai piedi della scala, la mano posata sulla parete e la sensazione di non volere entrare in un luogo privato, che non gli apparteneva più del tutto.
Che sciocchezza, pensò, questo posto è mio.
Una volta nella stanza, aprì la finestra per lasciare entrare la luce e per cambiare l'aria. Avrebbe fatto bene a pulire ogni tanto, per non doverlo fare quando Ren avesse deciso di tornare a Tokyo per qualche giorno, perché lì sarebbe sempre stato il benvenuto.
Le sue tracce erano ancora presenti: i libri sugli scaffali, una vecchia console e delle cartucce vintage con un biglietto per Futaba, e la pianta. "A Sojiro, ora prenditi cura di lei. Grazie di tutto, Ren."

Drabble

Apr. 3rd, 2019 10:48 pm
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Fandom: A Game of Thrones
Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Partecipa al COWT9
Prompt: Gemelli

Never Alone

Jaime e Cersei erano sempre insieme.
Non c'era niente che li potesse dividere: giocavano, correvano e dormivano insieme.
Erano uniti a un livello tanto profondo che quando venivano separati sembrava che il loro spirito si spegnesse, che nulla importasse loro, passavano il tempo mogi e apatici ad aspettare di vedersi. Cersei era capace di domandare almeno dieci volte in un'ora "Quando posso stare con Jaime?" E lui spesso scappava dalla sua stanza per andare a cercarla. Non avevano bisogno di parlare per trovarsi in un determinato luogo, sembravano guidati dalle loro anime gemelle che non avrebbero mai permesso loro di perdersi.


L'intruso
La prima volta che Cersei aveva visto Tyrion aveva detto che quello non era suo fratello. Aveva ucciso sua madre e lei non l’avrebbe mai perdonato. Jaime invece aveva guardato nella culla per lungo tempo, osservando le piccole mani che ondeggiavano lente e i suoi occhi grandi e profondi. Non gli sembrava così male. “Guardalo, non fa paura!” Jaime sapeva che i discorsi del padre avevano influenzato sua sorella, ma si chiedeva come avesse potuto un infante così piccolo uccidere una persona, gli sembrava assurdo.
“Ora vorrai più bene a lui che a me?” Gli aveva chiesto.
“Non potrei, noi siamo uniti.”



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Unite nello spirito
Memory loss
L'isola felice
La beffa
Istinto felino
Battle Royale
You in the dark




Fandom: Persona5
Personaggi: Twin Warden, Morgana, Ann, Ryuji, Kawakami
 
Justine e Caroline erano una cosa sola, entrambe lo sapevano, perché pensavano all’unisono e ciascuna sapeva sempre cosa l'altra avrebbe detto.
Erano gemelle, entrambe pensavano fosse per questo che non avevano mai bisogno di esprimere le loro idee e i loro sentimenti con la voce, perché loro comunicavano attraverso lo spirito.
Anche i dubbi dell'ultimo periodo sembravano averle assalite nello stesso momento.
A entrambe il comportamento di Igor pareva strano e, anche se sapevano che non avrebbero dovuto mettere in dubbio il loro maestro, non avevano potuto evitare di guardarsi a lungo negli occhi, ponendo quella domanda: è sempre stato così?

 
 
Quando avevano aperto gli occhi, era bastato un istante a entrambe per sentire la presenza dell’altra.
La ragazza si era rivolta verso la gemella conscia che l’unica cosa che sapeva era che loro dovevano stare insieme, qualunque cosa fosse successa.
“Tu ti ricordi qualcosa?”
“No, neppure il mio nome. So solo che siamo sorelle.”
Si erano fatte forza e si erano alzate in piedi, avevano notato i loro abiti: erano divise da guardie e intorno a loro c’erano delle celle. Che quella fosse una prigione? C’era qualcosa che non quadrava in quel loro risveglio, prima o poi insieme avrebbero capito cosa fosse.


 
 
 
 
Sadayo andava spesso a pescare, la rilassava.
Ne approfittava quasi sempre per leggere un libro tra quelli che aveva da parte, visto che la sua biblioteca personale continuava ad arricchirsi e lei tra la scuola, il secondo lavoro, gli impegni extra e i lavori di casa che si accavallavano sempre, non sarebbe mai riuscita a occuparsi della lettura nel suo appartamento, perché c’era sempre qualcosa di più importante da fare. Lì invece aveva iniziato a farsi una certa reputazione e in molti andavano a chiederle consigli. A lei piaceva restare in quel luogo e spesso non usava neanche l’esca, prendeva solo il pesce che poi avrebbe consumato e per il resto si rilassava e si lasciava andare alla lettura. Era la sua isola felice.


Gli avevano detto che gli avrebbero portato del sushi e Morgana non riusciva a evitare di sbavare al solo pensiero. Il suo tonno, poteva immaginarne il profumo e la fragranza. Poteva sentirlo sciogliersi sulla sua ruvida lingua felina.
Quando Ren, Futaba e il Boss erano entrati dalla porta, Morgana li stava aspettando seduto sullo sgabello, la coda vorticante di desiderio come un serpente. Ma l'espressione del Joker non gli diceva niente di buono.
"Mi dispiace, non avevamo più soldi... si è mangiata tutto lei."
Il gatto era deluso e furibondo. Era la seconda volta che capitava, la prima le cose erano andate in modo imprevedibile e lui aveva perdonato, ma questa volta non avevano scuse.
Futaba si era avvicinata a Morgana e gli aveva fatto qualche carezza, per poi dargli qualche pizzicata sul muso. "Mona, mi farò perdonare, te lo prometto!"
"E va bene, cos'altro posso fare?" Da gatto non poteva certo andare al ristorante a comprarsi del sushi, in fin dei conti.
Sconsolato, era sceso dalla sedia e si era accontentato di un vecchio pacco di crocchette al tonno.
 
 
A Morgana non era piaciuta per niente la gita sulla spiaggia. Forse era la sua parte felina a fargli odiare l’acqua e la sabbia che scottava bollente sotto le sue zampe, era però vero che la sua parte umana invece aveva apprezzato la rilassatezza del luogo e le ragazze in costume.
Morgana si stava annoiando così tanto che aveva deciso di fare un giro sul bagnasciuga, dove l’aria era meno asfissiante. I suoi occhi di felino erano stupido stati attirati da un granchio che stava imprudentemente muovendosi verso di lui.
Quando aveva avvicinato il muso per annusarlo, col solo intento di conoscerne l’odore, il granchietto gli aveva pizzicato il naso con decisione. Morgana aveva miagolato, infastidito. Chiunque avesse capito davvero le sue parole, avrebbe sentito i suoi variopinti insulti alla bestiolina.
Era in momenti come quello che Morgana si convinceva di essere un umano, un vero gatto si sarebbe mangiato quel piccolo tesserino fastidioso. Lui, invece, l’aveva lasciato andare via.




Battle Royale!AU
 
Ann si era nascosta in cima a un albero, non riusciva a pensare a cosa le sarebbe potuto succedere se lui l’avesse vista. Ormai erano rimasti solo in due: lei e Ryuji, il suo amico d’infanzia che probabilmente l’avrebbe uccisa appena l’avesse individuata.
Lei non avrebbe mai potuto, lei sarebbe morta pur di non spezzare la sua vita. A volte si era chiesta cosa sarebbe successo se fossero stati solo loro due a sopravvivere, ma non era stata in grado di rispondere.
Sperava che lui ricordasse che loro erano anime gemelle, fatte per stare insieme, per non farsi mai del male.
In quel momento Ann aveva incrociato il suo sguardo. Lui aveva alzato le mani, abbandonando le armi ed era corso verso di lei.
Forse sarebbero morti insieme, ma nessuno dei due avrebbe mai potuto interrompere volontariamente la vita dell’altro.
 




Midnight Channel!AU
Gli sembrava che fosse davvero una sciocchezza, ma Ryuji si era sempre chiesto se lui, che non era mai neanche riuscito a provare a invitare fuori una ragazza, avesse un'anima gemella. Quella notte pioveva e lui non riusciva a dormire.
Tanto valeva che ci provasse.
Si era messo a fissare la televisione spenta, fino a quando d'un tratto non vi aveva visto una figura lontana, con dei lunghi capelli biondi. Aveva capito subito chi fosse: Ann era sempre più vicina, al punto che temeva potesse uscire dallo schermo. E invece era svanita così com’era arrivata.
Ryuji era rimasto a fissare il nero della televisione con la bocca aperta. Non poteva crederci, ma a pensarci bene era felice che fosse lei.
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Drabble (tutte pure, da 100 parole) su Persona5
Personaggi vari
Partecipa al COWT9
Ispirate a questi prompt: https://mouserzwuzhere.tumblr.com/post/132849599429/another-101-drabble-prompts



“I won’t let you fall.”


Ren aveva iniziato a correre senza preoccuparsi troppo di guardare dietro di sé. Ryuji teneva il passo, quasi in modo automatico. Si vedeva quanto adorasse correre, quanto si sentisse libero mentre sfrecciava, leggero, sull’asfalto.
Poi l’aveva visto scivolare, aveva osservato il momento preciso nel quale il ginocchio era ceduto e lui aveva iniziato a volare in avanti. Era riuscito a fare un paio di passi, ma era così sbilanciato che non sarebbe chiaramente riuscito a recuperare.
Le braccia di Ren l’avevano raccolto quando ormai Ryuji si vedeva già stampato sull’asfalto.
“Scusa, il ginocchio…”
“Non preoccuparti: io non ti lascio cadere.”




2 “I’d give you my heart, but I can’t give you something you already have.”


Ann era intenta a impacchettare il regalo per Ren.
Gli aveva comprato un paio di guanti. Un regalo fuori stagione che per lei era una promessa: un augurio perché fossero ancora insieme quando lui ne avesse avuto bisogno. Erano rossi coi simboli delle carte da Poker ricamati sui polsi.
Le ricordavano i Phantom Thieves, il loro incontro e ciò che avevano in comune.
Il rosso era anche il colore dell’amore e che lei sperava tanto gli avrebbe dato modo di pensarla, quando lui fosse tornato nel suo paese di origine.
Il colore del suo cuore, che apparteneva già a lui.


3 “None of this makes sense.”


La prima volta che Morgana era uscito dal Metaverso era rimasto scioccato nel rendersi conto di essere diventato un gatto. Si era chiesto perché fosse successo, incolpando il Memento, quel luogo del quale si ricordava e che era convinto nascondesse il suo segreto.
I suoi comportamenti però avrebbero dovuto rispecchiare la sua umanità, invece Morgana si ritrovava continuamente a comportarsi in modo insensato: quando vedeva gli insetti muoversi provava l’istinto di inseguirli, in più senza pensarci continuava a trovarsi intento a leccarsi le zampe, a volte anche le parti intime.
Niente di tutto ciò aveva senso: lui era sicuramente umano.

4 “I-I can’t believe my heart.”

Non ci poteva credere: Ren doveva avere per forza a che fare con il cambiamento repentino di sua madre, gli aveva parlato giusto il giorno prima, non era una coincidenza. Hifumi si era abituata a obbedire, ma nell’ultimo periodo, da quando aveva scoperto che la madre le aveva truccato alcuni incontri, si era sentita tradita e aveva smesso di provare a capirla.
Eppure si stava scusando, sembrava così dispiaciuta che Hifumi non poteva credere alle sue orecchie.
Si sentiva finalmente in grado di scegliere cosa fare della sua vita, e poteva farlo sapendo che sua madre sarebbe stata con lei.

5 “I choose you.”


“Mi servono le medicine.” Quel ragazzino era davvero insistente.
Nella sua vita, Takemi aveva sbagliato tante volte, in effetti preferiva non sapere quante fossero.
Si era sempre fidata delle persone sbagliate, donando a loro il suo destino.
Quel ragazzo però era diverso: forse si sarebbe potuta fidare di lui, di quello sguardo determinato che la incuriosiva oltre a farle pensare che anche se forse non era stato sincero del tutto con lei, non poteva avere cattive intenzioni.
Sarebbe stato la sua piccola cavia, si sarebbe fidata del fatto che lui non l’avrebbe tradita come avevano fatto tutti prima di lui.


6 “I won’t give up if you won’t.”


Futaba stava cominciando a pensare che avrebbe passato tutto il resto della sua vita in quella stanza. Nell’ultimo periodo per quanto si sforzasse sentiva di essere davvero peggiorata: non riusciva più neanche a mettere piede fuori di casa a meno che non fosse completamente irriconoscibile, coperta da strati di vestiti, e soprattutto tornava sui suoi passi ogni volta che incontrava qualcuno.
Non poteva continuare così, lo sapeva, ma non riusciva a trovare un modo per reagire.
Poi li aveva scoperti: i Phantom Thieves erano vicini ed erano la sua ultima speranza, l’unica.
Avrebbe resistito: col loro aiuto ce l’avrebbe fatta.
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Partecipa al cowt9
Drabble sul Fandom di Harry Potter





Il Bottone

Non era niente di speciale.

L'aveva trovato per terra nella stanza che Harry aveva diviso con Ron, un oggetto dimenticato che Ginny custodiva come un tesoro.

A volte, di notte, prendeva quel bottone dal suo baule e lo stringeva tra le mani. Lo baciava in un gesto che solo dopo anni avrebbe giudicato infantile, ma che all’epoca la faceva sentire bene.

Si era staccato dalla giacca leggera che Harry aveva portato alla Tana durante la prima estate che aveva passato con loro. Ginny l’aveva raccolto e tenuto in tasca da allora.

Era come avere Harry lì, vicino al suo cuore.

Gelosia

Dean aveva sempre saputo che non sarebbero stati insieme per sempre, ma non gli importava.

Ginny era tutto ciò che lui, in quanto ragazzo, non si permetteva di essere: era dolcezza, fragilità, ma allo stesso tempo aveva una forza che le invidiava.

Lo rendeva completo.

Si sentiva in competizione con Harry Potter, perché vedeva che lei lo cercava con gli occhi.

Un giorno, vedendo che lui si stava avvicinando, aveva stretto forte a sé la sua Ginny.

“Sei… geloso?” Il sorriso di Ginny dimostrava chiaramente quanto lei si sentisse importante per lui, non un trofeo, ma un tesoro da proteggere.

Solo un Bacio

It started out with a kiss
How did it end up like this
It was only a kiss, it was only a kiss

Ginny era uscita dalla Stanza delle Necessità con le ginocchia molli, aveva guardato Harry e aveva capito che Cho non era rimasta lì per caso.

Non voleva che si frequentassero, era egoista per questo?

Sapeva di non avere diritti su di lui. Però aveva sperato che lui l’avrebbe notata…

Attese per quella che le sembrò un’eternità il ritorno di Harry nella Sala Comune. Nel vederlo su di giri, capì. Il vuoto che sentiva dentro era difficile persino da immaginare.

Lasciò Dean. Anche se ci aveva pensato in passato, ora era davvero convinta.

Alla partita con Corvonero l’avrebbe fatta a pezzi.


Il tuo respiro

Il bottone non le serviva più, stava in fondo al baule, dimenticato tra le cose che meno le interessavano.

Nonostante avesse avuto altre storie, non si era mai sentita così, perché aveva sempre desiderato Harry. Soltanto in quel momento era riuscita ad ammetterlo con se stessa.

Ai piedi dell’albero, mentre la abbracciava, poteva sentire il respiro di lui arrivare tiepido alle sue spalle e poteva rilassarsi, cullata dal movimento ritmico del suo torace.

Ginny poteva sentire il profumo di Harry su di sé, quando andava a dormire.

Si sentiva felice, finalmente, e sentiva che con Harry sarebbe sempre stato così.

[AU], 8, Fred Weasley

Gaming

Capelli rossi, occhi svegli e un’espressione tranquilla.

Un giocatore non si espone troppo.

Fred non avrebbe mostrato mai le proprie debolezze.

Con le carte lui era invincibile, diventava un altro.

In quel momento era in gioco ben più del denaro: la sua vittoria segnava la penitenza massima per suo fratello Percy.

Goerge era fuori gioco da un po’, la responsabilità era tutta sua.

Quando poggiò la scala sul tavolo, vide il fratello sbiancare: aveva vinto.

“Ci siamo Perce! Ora dovrai eseguire gli ordini”

Mentre tagliava l’erba, Percy Weasley maledì se stesso per aver creduto alle promesse dei suoi malefici fratelli.

[Femslash], Luna Lovegood, (Cho Chang)

Kiss me

Le labbra rosse di Cho erano perfette.

Luna la osservava, avrebbe voluto parlarle, ma Cho sembrava interessata a Cedric, che sicuramente la stava invitando al ballo.

Immaginava come potesse essere baciare quelle labbra colorate di rosso.

Invidiava chiunque avesse il coraggio di avvicinarla.

Pensando di non avere niente da perdere, si avvicinò al vischio.

Luna era strana, tutti lo pensavano.

Cho non si ritrasse quando si avvicinò a lei.

Un solo bacio, breve e leggero. A Luna bastò per capire che quelle labbra erano come le sue: morbide e dolci.

"C'è il vischio", disse a Cho, con naturalezza. Sorrisero entrambe.

[Hurt/Confort], Sibilla Cooman, Narcissa Malfoy

La Profezia

Non sopportava quella sentenza.

Chiusa nel bagno Narcissa, per un attimo, ripensò all’uomo che continuava ad amare, con nostalgia.

Quando l'avrebbe rivisto? Troppo tardi.

In quel momento, proprio mentre si controllava gli occhi, che da troppo tempo piangevano lacrime asciutte, entrò nella stanza una donna bionda.

“Non tutto ciò che si crede perduto lo è per sempre, nella solitudine e nel silenzio potrete ritrovare il senso dell’amore che fu. Lui tornerà e sarà come rinascere.” Disse con occhi vacui, poi scosse la testa: “Scusi, diceva?”

Narcissa spalancò la bocca, rinfrancata dalla sua profezia: “Niente, la stavo solo ringraziando, signora Cooman.”

[Missing Moment], Minerva McGranitt

Cammino

Mentre guidava gli studenti verso la sua tomba, si sentiva svuotata.

Non reggeva la posizione, le aspettative che tutti sembravano avere.

Avrebbe dovuto dire qualcosa, lo sapeva.

Come poteva rendere giustizia all’uomo più grande che lei avesse mai conosciuto?

Incrociò lo sguardo con Hagrid, che piangeva senza contenersi e per un attimo, desiderò essere al suo posto.

Mi manchi, Albus.

Guidami, aiutami a proteggere gli studenti come hai sempre saputo fare tu.

Dammi un segno della tua presenza ed io sarò forte abbastanza.

In quell’istante, un soffio di vento le carezzò il viso.

Aveva risposto alla sua preghiera: era pronta.

[Horror], Severus Piton, Draco Malfoy

Nebbia

Una nebbia nera aleggiava quella notte nei sotterranei di Serpeverde.

Draco si era alzato, da bravo prefetto aveva preso la bacchetta e aveva iniziato a camminare in mezzo a quel buio denso. Era curioso nonostante la paura lo stesse rendendo poco sicuro nei suoi movimenti.

Puntava la bacchetta nel buio, tenendo la schiena appiccicata al muro per non essere colto di sorpresa. Sperava di raccogliere qualche punto per la sua Casa, trovando magari qualcuno fuori dai dormitori, probabilmente un buffone responsabile per la nebbia, magari fosse stato un Grifondoro. Malfoy era terrorizzato, ma non avrebbe ammesso la sua paura.

Mentre passava davanti a una porta, questa si aprì e all’improvviso sentì due mani fredde che lo afferravano da dietro.

Draco urlò, tentando di scattare lontano, ma le mani non mollavano la presa.

L’uomo era grande e oscuro e lui stava tentando la fuga, troppo spaventato per reagire.

Si adagiò a terra, sconfitto.

Piton, piuttosto indispettito dalla reazione di Malfoy, raccolse il ragazzino svenuto e lo portò in infermeria.

Non gli avrebbe detto che, in realtà, quella figura spaventosa che l’aveva catturato, era il suo professore, che in quel momento era impegnato a rimediare allo scherzo di qualche buontempone dell’ultimo anno.

[Post Saga], Bellatrix Black

L’inferno deve attendere

Bellatrix pensava di avere conosciuto bene l’inferno in vita, ad Azkaban.

Adesso era morta.

Immaginava che loro l’avrebbero presa subito, invece non era ancora successo.

Per gli uomini, lei non era nulla più di una macchia lievemente più scura nella luce, un’ombra nell’ombra.

Non la vedevano, ma lei c’era.

Costretta a vedere i Sanguesporco conquistare ruoli troppo importanti nel Mondo Magico.

I Mangiamorte in quegli anni erano stati inutili.

Quanto tempo era passato?

Troppo.

Il buio ogni giorno minacciava d’inghiottirla.

E lo attendeva, senza paura.

Aspettava il suo inferno. Doveva sperarlo, non poteva pensare di passare in quel modo l’eternità.

[Prompt, odore di Marcio], Minerva McGranitt, Fred Weasley

La Pozione.

“Cosa sarebbe questo?” chiese la McGranitt tappandosi il naso.

Fred sogghignò, erano stati geniali. Avevano fatto saltare la lezione.

Lei alzò un sopracciglio, impaziente: avrebbe fatto bene a parlare: “La Pozione è andata male”.

“Per quanto io la trovi simpatico, signor Weasley, la sua abilità è più grande di quello che vuole dare a vedere. Dubito che quest’olezzo sia un errore”.

Attese un secondo: “…ma non posso dimostrarlo, quindi torni nel suo dormitorio. Grifondoro perderà dieci punti a causa della sua incapacità nel preparare Pozioni”.

L’odore di marcio era insopportabile. Piton avrebbe dovuto lavorare molto per liberarsene.

Fred sorrise, soddisfatto.

[Love], Luna Lovegood, Narcissa Malfoy,

Coppia

Luna non conosceva il significato di 'coppia'.

Per questo si era stupita nel vedere i Malfoy, suo padre li aveva presentati così, abbracciarsi e baciarsi in modo molto diverso da quello che lei conosceva.

“Sono troppo piccola per capire?”

“No, te lo spiego io: sono innamorati.”

“Cosa vuol dire?” Chiese confusa.

“Un innamorato pensa che la persona che ama sia la più importante, desidera passare tutta la vita con lei.”

“Come noi?”

“No, gli innamorati si scelgono, poi fanno dei bambini, come loro, vedi, quello è Draco, andrà a scuola con te.”

Quanto avrebbe voluto che suo padre si innamorasse.

[Generale], Sibilla Cooman

La Grama Sotto Spirito

Tutti la evitavano.

Al mattino, quando Sibilla le si avvicinava per parlare un po’, la Caporal trovava sempre qualcosa di urgente da fare per lasciarla lì, come una sciocca. Sola.

Sibilla pranzava con loro, ma non credeva la conoscessero davvero.

Qualcuno le aveva mai chiesto una premonizione? No.

La cercavano? No.

Anche ora, mentre, chiusa nella stanza delle necessità, beveva dalla bottiglia per annegare il suo cuore, si domandava se mai qualcuno l’avrebbe consolata.

Guardandosi allo specchio, sospirò. Posò la bottiglia.

"Presto verrà il mio momento. Le mie funeste predizioni si avvereranno, la smetteranno di chiamarmi La Grama sotto Spirito”.

Un amico

Mar. 23rd, 2019 11:41 am
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drabble
Parole: 100
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Neville
Partecipa al COWT9, missione drabble
Un amico

“Ecco qui, Neville, questo è per te, per esserti meritato l’ammissione a Hogwarts.”

Zio Algie gli porgeva un rospo infiocchettato di tutto punto.

“Lui è Oscar, cerca di prenderti cura di lui.”

Neville osservava il suo nuovo amico con orgoglio, non riceveva spesso doni, soprattutto non da suo zio. 

“Ogni Mago che si rispetti ha un famiglio, ora te lo meriti anche tu. Trattalo bene.”

Neville non si era mai preso cura di un essere vivente, prima di allora. Sperava di essere in grado di fare un buon lavoro con il suo nuovo amico, anche perché era l’unico che aveva.


Nostalgia

Feb. 14th, 2019 10:58 am
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Autore: Fabi_ (quistis)
Fandom: originale
Prompt utilizzato: Capelli
Drabble pura: 100 parole
Partecipa al COWT9

Titolo: Nostalgia

Gli capitava spesso di trovarne i capelli tra le lenzuola o sul pavimento del bagno, dove si pettinava.
Gli davano fastidio, li faceva subito sparire.
Da quando lei se n’era andata, però, gli mancavano. Quella mattina si era sorpreso quando aveva visto quel lungo capello chiaro scivolare giù dalla scatola che conteneva i saponi e posarsi lento a terra.
Aveva raccolto il capello e aveva sorriso, colto dalla nostalgia.
Con un brivido, aveva ricordato il momento in cui le aveva piantato il coltello nel cuore e gli occhi di lei: vuoti, spenti. Non poteva tornare indietro, ma ora gli mancava.

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