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Fandom: Breaking Bad

Genere: Introspettivo

Personaggi: Walter White

Prompt: Unus homo, nullus homo

flash fic
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Unus homo, nullus homo


Un uomo da solo non è nessuno

Aveva rovinato la vita di tutta la sua famiglia e non aveva modo di tornare indietro. Quante volte Walter aveva pensato di chiamarli, di farsi sentire e di dire loro che lui era vivo che che tutto quello che aveva fatto era stato per loro, per dare loro un futuro che altrimenti sarebbe stato all'insegna dei debiti e della povertà.

Ma non aveva neanche il coraggio di chiamarli, di vedersi rigettare dal figlio al quale avrebbe dato tutto quello che poteva, purché lo perdonasse. 

Era vivo, ma solo. 

Ricco, ma solo.

Hank era morto e lui non poteva più tornare indietro, non dopo tutto quello che era successo.

E la doveva smettere di cercare scuse, perché stava vivendo la conseguenza delle sue scelte, dettate dall'egoismo e dall'avidità e non dall'amore come tentava di convincersi ogni giorno.


Walter White sarebbe morto solo, odiato da tutti e dimenticato, nella migliore delle ipotesi, dalle uniche persone alle quali teneva.


Aveva fatto così tanti errori che ormai non riusciva nemmeno più a contarli. Aveva ucciso Brock, aveva tentato di uccidere Jesse quando avrebbe fatto bene invece ad ascoltarlo e a smettere di dare ascolto alla sua avidità quando aveva, a quel punto, più di quanto avrebbe mai potuto desiderare.

Se solo l'avesse ascoltato, se non si fosse lasciato prendere dagli eventi e dal desiderio di dimostrare che lui non era uno da sottovalutare o da prendere in giro, forse avrebbe potuto vivere il tempo che gli restava con la sua famiglia e non da solo in un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini.

No, lui sarebbe tornato indietro e avrebbe vendicato Hank. Sarebbe stato Heisenberg un'ultima volta, bruciando il tempo che gli restava con un'ultima fiammata gloriosa.

Sarebbe morto solo, così come meritava, ma prima li avrebbe rivisti. Non poteva morire senza salutarli, voleva avere ancora almeno l'illusione di non essere solo, perché un uomo, da solo, non è nessuno.

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Titolo: Piano B
Autore: Fabi_ (quistis)
Fandom: Breaking Bad
Numero di parole: 2372
Prompt: Piano B
Spoiler! La storia è ambientata nel garage di Hank, nella S5E9, quando lui dice a Walter che sa chi lui sia in realtà.


Piano B

Walter era arrabbiato. Con se stesso per essere stato così stupido da essersi tenuto quel libro, un trofeo, un’altra dimostrazione della sua superiorità, che in realtà non era rimasto altro che una prova contro di lui, una prova in casa, nascosta in piena vista secondo Walter, semplicemente in piena vista per Hank.
Hank, sempre al lavoro, il testardo.
Aveva due possibilità: la prima era la più semplice, forse: sarebbe sparito, avrebbe passato il resto dei suoi miserabili giorni nascosto, solo, cercando di mettere i soldi in un posto dal quale poi i suoi figli e Skyler avrebbero potuto recuperarli. Forse avrebbe potuto portare con sé anche Skyler, Walter Jr e la piccola Holly. Far loro ricominciare la vita in un qualche paradiso lontano per sempre dal suo passato. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, certo, ma sarebbero stati insieme, almeno fino alla fine dei suoi giorni, e poi la sua famiglia non avrebbe mai più avuto un problema, sarebbero stati serviti, amati e liberi di fare tutto ciò che volevano, sempre che il loro desiderio non fosse tornare da dove erano venuti, in quel caso era chiaro che ci sarebbe stato un problema.

Walter si era già chiesto più volte cosa avrebbe potuto fare se si fosse trovato con le spalle al muro per colpa della polizia e non della malavita, ma aveva sempre cercato di scacciare il pensiero, bollandolo come impossibile e cercando di concentrarsi sul presente. Se solo si fosse fermato prima, quando i segreti erano meno pesanti da portarsi nel cuore.

Oppure c’era il piano B: avrebbe potuto ucciderlo. Lì, nel suo garage. Nessuno sapeva, nessuno avrebbe detto qualcosa in proposito. Walter avrebbe trovato un modo per rendere credibile l’omicidio e chi non gli avrebbe creduto? Poteva dare la colpa a un’estorsione? Al cancro che era tornato, al fatto che era stato minacciato da un uomo consumato dall’ossessione per questo Heisenberg che l’aveva aggredito in cerca di notizie, di prove.

Chi tra la gente comune non gli avrebbe creduto, in fin dei conti? Walter era un uomo mite, intelligente. Certo, Marie non l’avrebbe sopportato e sicuramente Skyler avrebbe fatto due più due e avrebbe ricominciato a odiarlo in modo esplicito, forse avrebbe potuto persino parlare e in quel caso… non avrebbe avuto scelta, perché non avrebbe mai fatto del male a lei e ai suoi figli. Avrebbe potuto confessare di aver ucciso Hank quando l’aveva aggredito senza motivo. Era stato un incidente, solo un incidente.
Avrebbe potuto assoldare qualcuno per farlo. Certo, era comunque uno della DEA, uno importante, ma sarebbe bastato un colpo di pistola e nel giro di pochi minuti l’assassino sarebbe svanito. Sarebbe sparito per sempre, come vapore, se necessario.

Che senso aveva per Hank cercare di incolpare un uomo morente? Che senso aveva distruggere la vita di Walter e quella di tutta la sua famiglia? Avrebbe potuto provare a corromperlo, ogni uomo ha un prezzo. Ma Hank era diverso, probabilmente ne avrebbe fatto una questione di principio, si sarebbe sentito offeso dalle insinuazioni di Walter: pagare lui? Ma come avrebbe potuto anche solo pensare che sarebbe servito a qualcosa.

No, non poteva. Hank era famiglia. Gli voleva bene.
Tutto quello che Walter aveva fatto nel corso della sua discutibile, ma fruttuosa e grande, carriera, era stato per la famiglia.
Senza di loro lui non era niente, erano loro a dare valore a lui e a tutto quello che faceva. Per dare loro un futuro solido economicamente Walter aveva reagito al cancro e probabilmente proprio per questa sua reazione forte e decisa era ancora vivo. Non si sopravvive soltanto grazie ai trattamenti, ci vuole forza e la sua gliela aveva data la famiglia. Anche Hank e Marie, anche loro erano stati presenti con lui, di supporto a Skylar nei momenti peggiori e gli avevano dato un motivo per continuare.

Per che cosa, poi? Per trovarsi a dover scegliere chi sacrificare: se la serenità della sua famiglia o la vita di suo cognato. No, non poteva farlo. Skyler non era una stupida, non era neanche una criminale, anche se continuava a pulire quel denaro sporco di sangue, e non avrebbe mai potuto perdonarlo.
Che stupido. Si credeva invincibile, invece aveva deluso tutti: da Skyler a Jessie, ai suoi figli. Lo sguardo pieno di rabbia di Hank, quella delusione nei suoi occhi, gli stavano dando alla testa. Forse anche a Hank sarebbe passata, chissà.

Le sue parole erano stati macigni, spine infilzate nel cuore forte di Walt, peso suoi suoi polmoni disastrati dal cancro.

Walt non riusciva a parlare. Non trovava una ragione per farlo. Avrebbe voluto insultare il cognato, ma sapeva benissimo che quello era il suo lavoro e che Hank era un uomo che si buttava a capofitto sul lavoro, con passione. Un uomo di cuore, che probabilmente in quei giorni aveva combattuto una guerra contro se stesso e il suo desiderio che tutte quelle coincidenze non fossero altro che coincidenze, che fosse stato solo il fato burlone a fare scherzi su scherzi per convincerlo di una teoria strampalata e incredibile. Ma troppe cose non funzionavano, troppi elementi nelle storie di Walt non quadravano fino in fondo e troppi comportamenti di Skyler erano stati allarmanti negli ultimi mesi.

“L’hai detto a qualcuno?” Walter finalmente era riuscito a parlare.
“Lo farò, molto presto.”
Gli aveva già spiegato che sarebbe stato tutto inutile, che tanto non avrebbe mai fatto neanche un giorno di prigione e che a nulla sarebbe servito questo suo atto eroico: mettere la famiglia di sua moglie, la sua stessa famiglia, nella condizione di affrontare la stampa, la vergogna e la pena di tutto ciò che l’esposizione ai media del suo caso avrebbe comportato.
“Non hai prove.”
Hank non rispose. Aveva il libro, ma avrebbe retto in un tribunale? Certo, c’erano tutte le coincidenze, c’erano i soldi.
Un piano C: minacciarlo, fare una finta confessione nella quale incolpare proprio Hank. Forse avrebbe tenuto la bocca chiusa.
“Ti posso dare le prove.”
Hank aveva sollevato la testa, combattuto tra la paura per la persona che aveva di fronte e la certezza che suo cognato aveva passato con lui tanto di quel tempo… che non gli avrebbe mai fatto del male. Scrutò gli occhi di Walt per minuti interi, in attesa di un segnale, di qualcosa che lo convincesse a prendere la scelta giusta. Walt era disarmato, Hank aveva la pistola. Hank era al sicuro.
“Da solo, adesso. O mai più.”
“Cosa farai altrimenti, non hai più niente. Non la scamperai.”
“Potrei sempre sparire. Morire. Lontano da qui.” Walt osservava il disprezzo negli occhi del cognato aumentare, erano occhi umidi di disperazione, di delusione, che non lo avrebbero mai più guardato con amore, con rispetto.
“Andiamo.”
Mentre Hank guidava, il piano si stava delineando nella testa di Walter man mano che procedevano lungo la strada che li stava portando nel deserto. I soldi, gli avrebbe detto che lì sotto, sepolti, c’erano i suoi soldi. Sarebbe stato il primo passo nel caso in cui avesse deciso per il piano A, un luogo desolato ottimo anche per il piano B.

Non avevano parlato per tutto il tempo, prima di partire Walter aveva recuperato una pala dagli attrezzi di Hank e gli aveva detto di prendere la videocamera, sarebbe servita per la sua confessione e per mostrare che lui sapeva dove erano seppellite le prove. Se Hank non l’avesse lasciato da solo nel capanno, il piano di Walt sarebbe stato molto più difficile da portare a termine. La notte precedente, quando aveva trovato il gps, Walt aveva avvisato Jack che forse avrebbe avuto bisogno di loro per proteggersi - o per uccidere qualcuno - e che li avrebbe contattati in caso di bisogno. L’idea non gli piaceva, ma gli era sembrato saggio proteggersi preventivamente con un accordo per salvarsi nel caso di bisogno assoluto. Aveva inviato loro l’ok, il luogo nel quale recarsi. Un’ora, aveva scritto. Avevano un’ora.

Quello non era bisogno assoluto, continuava a ripetersi, ma avrebbe salvato tutti. Quasi tutti. Tutti tranne Hank.
“Hank, mi consentirai di dirlo a Skyler e a Walter Jr prima di rendere pubblica la cosa? E magari anche a Marie.”
Scuoteva la testa.
“Che tu ci creda o no, tutto ciò che ho fatto, l’ho fatto per la famiglia.”
Walt aveva visto nascere il desiderio di ucciderlo negli occhi del cognato. “Davvero?” Aveva detto con un sarcasmo coperto di rabbia.
“Se fossi morto senza fare niente, avrei lasciato mia moglie coperta di debiti, in mezzo a una strada.”
“Vi avremmo aiutati.”
“E con quali soldi? Non avevate neanche quelli per pagare la tua riabilitazione, chi credi che abbia coperto i costi? Non erano soldi sporchi quando sono serviti a te, vero?” Lo stava provocando, si sentiva un vile. Jessie l’avrebbe definito un diavolo, e tutto sommato aveva ragione. Jessie.
Hank aveva unito l’incredulità alla rabbia. Marie non gliel’aveva detto, si vedeva.
“Suppongo che tu possa anche ringraziarmi.”
Hank stava zitto, ma il suo respiro copriva persino il motore dell’auto. Era furioso, proprio quello che Walt desiderava.
“Io non conosco l’uomo che sei diventato.” Era l’unica frase che era riuscito a sputare fuori, tremante di rabbia, livido e fumante.
Erano arrivati. Il cellulare di Walter era rimasto a casa di Hank, su richiesta del cognato che aveva immaginato possibili problemi. Walter aveva cancellato tutto prima che lui tornasse con la videocamera e questo gli aveva dato di nuovo quel senso di onnipotenza che nell’ultimo anno l’aveva reso il Diavolo, altrimenti detto Heisemberg.

Hank aveva la pistola nella fondina aperta, pronta e carica. Walt aveva preso la pala e aveva cominciato a scavare. Pensava sarebbero serviti poco più di dieci minuti, ma nessuno era visibile all’orizzonte e Walt era stanco.
Cominciò a tossire forsennatamente e si appoggiò a una roccia. “Vogliamo cominciare con la prima parte della confessione, per farmi prendere fiato?”
Hank prese il treppiede e lo sistemò di fronte a Walt, si erano spostati di fianco alle rocce in modo da avere un po’ di ombra. “Parla.”
E Walter parlò. Passavano i minuti e lui spiegava tutto, in una confessione che lo stava svuotando di tutta la paura e di tutto il peso che quei segreti avevano avuto su di lui fino a quel momento. E Walter pianse, piangeva di rabbia, di paura, di pentimento per ciò che aveva deciso di fare e soprattutto per quello che sarebbe successo dopo.

Nonostante la sensazione di vittoria, a Hank sembrava che qualcosa non tornasse. Le prove erano lì, ma la confessione sarebbe bastata, con quella non avrebbero avuto bisogno di avere immediatamente le prove. Il poliziotto scacciava i brividi di dubbio che gli continuavano a tornare in testa, mentre Walt indicava punti in quel piccolo pezzo di deserto che avevano visto nascere la sua carriera.

“Quanti soldi hai lì sotto, Walt?” Gli aveva chiesto.
“Troppi.” Aveva risposto. Hank vedeva pena e pentimento vero negli occhi del cognato, che aveva continuato a piangere sommessamente, scosso dalla tosse e dai singulti.
Poi gli aveva chiesto di continuare a scavare. Di spegnere tutto e di ricominciare da dove si era fermato.
Subito dopo aver spento la telecamera, Hank aveva sentito un rumore dietro di sé. Non era riuscito neanche a girarsi, quando un colpo l’aveva preso in pieno. Era già sopravvissuto una volta. Ma questa volta era diverso. Hank sapeva che Walter non avrebbe chiamato i soccorsi.
Si era dato dello stupido per essersi fidato, per quell’ultimo attacco di affetto nei confronti di quell’uomo privo di onore che alla fine si era rivelato per quello che era. La sua speranza era che facesse la stessa fine. La sua mente si stava annebbiando, ma sperava di rivederlo, di riuscire a mostrargli di nuovo tutto il suo disprezzo, raddoppiato, quadruplicato. Pieno.
Non successe. Un altro colpo di pistola lo raggiunse e gli spense definitivamente i pensieri. Il corpo di Hank si rilassò in un momento di pace, alla fine.

Walt tornò a casa del cognato, pulì l’auto di Hank con l’aiuto degli scagnozzi di Jack sul confine del deserto. Poi tornò nel suo garage a distruggere le prove, a riportare la pala.
Quindi, Walt era tornato nel luogo deciso da Jack, dopo aver esaminato la casa di Hank e dopo aver preso tutte le prove che lo avrebbero potuto incriminare. Aveva cucinato per l’ultima volta per il gruppo di Jack, lasciando tutte le istruzioni che avrebbero potuto essere loro utili - pur sapendo che non sarebbero bastate - poi si era lavato ed era uscito di lì.

“E ora, l’ultima parte.”
Jack era tutt’altro che contento di quella decisione, ma capiva quanto onore ci volesse per prendere quel tipo di decisione. Rispettava il concetto di famiglia e avrebbe fatto probabilmente lo stesso, se si fosse trovato in quella situazione. O forse no. Probabilmente no.
“Se sei deciso tu, va bene.”
“Non ha più senso, ormai.” Aveva sentito i colpi arrivare e si era accasciato a terra. Era un momento di pace, nonostante tutto, perché sapeva che li aveva salvati.
Walter era riuscito a concludere il piano: aveva telefonato a sua moglie, le aveva detto che avrebbe dovuto essere forte da quel momento in poi, per lei e per Marie, e che avrebbe dovuto continuare a fare quel che sapeva fare, senza paura. Le aveva raccontato cosa era successo, escludendo alcuni dettagli e aggiungendone altri. Dopo aver posato il telefono, aveva sentito la pace, finalmente. L’aveva accolta, dopo averla combattuta e temuta, come una forma di salvezza.



Dopo un paio di giorni, i titoli dei giornali avevano coperto il caso delle morti di Henry R. "Hank" Schrader e di Walter Hartwell White, che erano stati trovati e uccisi dagli spacciatori e produttori di metanfetamine che Schrader stava cercando di catturare da sempre.
La ricostruzione aveva confermato che i due erano partiti volontariamente e che erano stati trovati e raccolti dai sicari, che avevano minacciato White e l’avevano costretto a recarsi insieme a uno di loro dal cognato a prendere le prove della DEA delle quali loro in qualche modo erano venuti a conoscenza. White li aveva pregati di risparmiare il cognato, ma le sue speranze erano state vane, e al suo ritorno egli aveva trovato lì il cadavere di Schrader. Un messaggio lasciato da White alla moglie mentre era agonizzante in attesa della morte confermava tutto.

Il piano era riuscito alla perfezione.

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