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Fandom: Harry Potter
Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Albus Severus Potter, James Sirius Potter
Partecipa al COWT10
Prompt: neonato


Eredità genetica

Ginny Weasley sapeva di avere ereditato i geni di famiglia e che quindi era molto probabile che i suoi figli sarebbero stati quasi tutti maschi, ma non avrebbe fatto come i suoi genitori: si sarebbe accontentata del secondo figlio e avrebbe accettato il destino. Quella era una promessa che aveva fatto a se stessa e a Harry quando avevano deciso di avere il secondo bambino e l’avrebbe mantenuta.

Ma, c’era un grosso ma: lei voleva proprio tanto una bambina. Alla fine aveva capito sua madre e pensando a quanto fosse stata amata e protetta in una famiglia di fratelli maggiori si era convinta che non sarebbe stato poi così male avere altri figli. Lei e Harry potevano permetterselo, tanto per cominciare, e poi Albus e James andavano così d’accordo che era un piacere, quasi, fare i genitori, quasi troppo facile.

 

Quando l’aveva detto a Harry lui aveva alzato gli occhi dalla Gazzetta del Profeta per guardarla di sottecchi. “Ma i tuoi fratelli non ti hanno fatto passare l’inferno? Fred e George non ti avevano bruciato tutti i capelli giocando con il camino? E Ron mi ha quasi ucciso quando ha saputo che volevamo uscire insieme. E…” Ma Harry si era fermato di fronte allo sguardo nostalgico della moglie.

“Un po’, forse,” aveva biascicato. “Ma è perché mi hanno sempre voluto bene.”

“Non devi convincere me,” le aveva risposto Harry, “Sei tu che devi fare il grosso della fatica e tu sai che io, da figlio unico, adoro la tua famiglia. Se desideri una bambina possiamo riprovarci, per me. Sai che non mi dispiace mai.” Le aveva rivolto un occhiolino che l’aveva fatta sorridere. 

Lily Luna era perfetta. Ginny avrebbe passato le ore a osservarla dormire, a guardare i suoi occhi verdi quando li scrutava con attenzione come solo i neonati fanno. Si era innamorata di lei proprio come era successo con i suoi due fratelli, ma sentiva che con Lily avrebbe mantenuto un legame speciale. 

James e Albus invece parevano avere messo il turbo da quando Ginny e Lily erano tornate dal San Mungo. Le donne di casa avevano estremo bisogno di riposare, mentre Harry e i suoi figli maschi sembravano intenzionati a distruggere casa. Quando Lily aveva ricominciato a piangere Ginny si era alzata di scatto, tenendo la figlia al sicuro tra le braccia, e si era affacciata sulle scale.

“Harry Potter,” aveva esclamato con un tono che ricordava moltissimo quello di Molly. “Vedi di fare meno rumore, altrimenti potrai sognarti di andare a vedere con James la partita di Quidditch della nazionale.” Poi aveva respirato profondamente. “Sono stata chiara?”

I tre si erano fermati in una posizione che appariva ridicola: Harry aveva Albus appeso al braccio e James stava per saltare sulla schiena del padre che in quel momento impersonava un temibile troll. Dopo la sgridata di Ginny si erano ricomposti scattando in piedi come soldatini.

“Vi andrebbe di usare i giochi Babbani oggi? Disegnare e colorare?”

James e Albus avevano annuito e insieme al padre si erano avviati tranquilli al tavolo della cucina.

Forse Ginny era più simile alla madre di quanto volesse ammettere, e in fondo non le dispiaceva per niente.


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Fandom: Harry Potter
Personaggi: Molly Weasley, Arthur Weasley, Ron Weasley, Ginny Wasley
Partecipa al COWT10 
prompt: neonato 

Che sia la volta buona?

 

Molly Weasley era ormai arrivata agli ultimi giorni di gravidanza, già esausta causa del caldo insopportabile di agosto e della continua confusione a casa. Aveva deciso che in ogni caso quella era l’ultima volta che tentava di avere una bambina. Già una volta le avevano assicurato che sarebbe stata una femmina e invece era arrivato Percy, da allora Molly e Arthur avevano concordato di non volere più conoscere il sesso dei figli in arrivo, ma lei se lo sentiva: questa era la volta buona.

La situazione si ripeteva quasi ogni sera ormai: Ron continuava a piangere, Bill e Charlie litigavano tra loro contendendosi l’alleanza del piccolo Percy, ma a preoccuparla di più erano i gemelli, stranamente tranquilli quella sera.

Quando Arthur arrivò a casa trovò la moglie seduta con Ron in braccio, mentre con lo sguardo controllava il pentolone nel quale girava magicamente un cucchiaio di legno.

“Non osare lamentarti della cena, del caos o di qualsiasi altra cosa."

Arthur non vedeva l'ora che sua moglie partorisse e sperava tanto di poter passare un po' di tempo in famiglia dopo la nascita del figlio o, come tutti speravano, della figlia.

"Ho chiesto una settimana di ferie per quando il... nascerà." Aveva indicato il pancione della moglie, incerto su cosa dire, visto che negli ultimi giorni era bastata una parola sbagliata per portare la donna sull'orlo di una crisi di nervi bella e buona. Ci era abituato perché era stata così anche con tutte le altre gravidanze e Arthur sapeva che era uno dei segnali: il parto secondo i suoi calcoli sarebbe avvenuto entro il giorno seguente. Solo un altro po' di pazienza e avrebbe avuto la sua bambina tra le braccia, se tutto fosse andato come previsto.

"Ho sentito tua madre, ha detto che domani viene a tenere i bambini, così tu puoi rilassarti." Arthur non era certo di come la moglie avrebbe preso quella notizia.

"Non mi serve aiuto." Rispose, secca. Il piccolo Ron tentava di giocare con i suoi capelli, ma Molly gli mise tra le mani un sonaglio e lo lasciò camminare verso i gemelli, osservandoli truce per un attimo per assicurarsi che non facessero niente di male al fratellino. 

"Lo so che non ti serve, ma pensaci: potresti uscire, potresti andare a mangiare fuori da sola in silenzio e in tranquillità, tua madre sarà qui solo un paio di giorni e poi tornerà a casa e tu continuerai ad arrangiarti. Con questo caldo un po' di riposo non ti farà male in ogni caso." 

Molly sorrise, in effetti era stanca, soffriva il caldo e sentiva di non riuscire più a gestire bene i suoi amati figli con quella pancia ingombrante e pesante. "Grazie," rispose al marito. 

"Allora comincio subito a riposarmi, io mi mangio la zuppa a letto, sai cosa fare."

Arthur rimase a bocca aperta, incapace di ribattere, preoccupato del caos che presto si sarebbe scatenato sotto la sua guida che sicuramente non era decisa come quella della moglie.

La mattina dopo Molly si svegliò da un sonno profondo e tranquillo con una sensazione che conosceva bene: il parto era vicino.

Scese in soggiorno per trovare Arthur che dormiva sul divano insieme a Ron, Fred e George. La donna cercò di non svegliarli, più per stare tranquilla che per lasciarli riposare, la contrazione a sorpresa però le fece emettere un lamento che fece scattare Arthur, e di conseguenza il piccolo Ron, in piedi.

"È ora," gli disse per rispondere alla tacita domanda che il marito le stava rivolgendo. Proprio in quel momento una fiammata nel camino annunciò l'arrivo della signora  Prewell.

"Me lo sentivo! Vai, Molly cara, qui ci penso io.”

 

Quella sera per la prima volta i signori Weasley abbracciarono la loro piccola Ginny, fin dal primo sguardo avevano capito che sarebbe stata speciale.

 

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