Maledette risate - Metaphor: ReFantazio
Mar. 8th, 2025 08:57 pmFandom: Metaphor: ReFantazio
Personaggi: Rella Cygnus, Junah Cygnus, OC (Maya Mei)
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Incipit: Stava ridendo ininterrottamente da più di dieci minuti, la cosa cominciava a farsi fastidiosa. “Potresti piantarla per favore?”
Maledette risate
Stava ridendo ininterrottamente da più di dieci minuti, la cosa cominciava a farsi fastidiosa. “Potresti piantarla per favore?”
Iniziò a ridere ancora più sguaiatamente. “Sto piangendo!” riuscì a pigolare, indicando le lacrime che ormai erano arrivate a bagnarle il colletto della camicia.
“Se continui così ti strozzi.”
Non c’era niente che lei potesse dire per farla smettere: sua sorella pareva sotto un incantesimo. Per un attimo il pensiero prese forma. “Un incantesimo? Non è che stai male davvero?”
Junah provò a prendere un respiro profondo, ma sembrava davvero incapace di fermarsi.
Rella cominciava davvero a preoccuparsi, nel dubbio iniziò a recitare una formula magica per provare a ipnotizzare sua sorella, che di punto in bianco si zittì, si alzò in piedi e le si avvicinò barcollando.
Erano rari i momenti in cui le due sorelle potevano stare insieme con spensieratezza. Il segreto che Rella si portava dentro la stava consumando ogni giorno di più e Junah era la sola in grado di farle dimenticare quali nefandezze avesse compiuto nella sua breve vita. Quando era alla chiesa e operava come guaritrice, la Ishkia pregava di trovare un modo per eliminare la maledizione che aveva lanciato sul principe. Ci aveva provato ogni giorno, ogni volta che aveva un minuto libero.
L’espiazione del suo enorme peccato non sarebbe mai avvenuta. Peggio, avrebbe finito col farsi odiare da sua sorella, dall’unica persona che Rella voleva davvero proteggere. Senza saperlo, sua sorella si era messa proprio contro di lei nel momento in cui aveva deciso di combattere per uccidere l’autore della maledizione che stava portando il Principe alla morte.
Ora il suo pensiero principale, però, era capire cosa fosse successo a Junah e perché non potesse smettere di ridere. Il suo controincantesimo avrebbe potuto rallentare gli effetti della maledizione, ma Rella non aveva molto tempo per capire che cosa fosse successo.
Si sedette di fronte a lei. "Sempre elegante, sempre perfetta." Sotto ipnosi, la voce di Junah era meccanica, ma comunque sincera.
"Grazie," rispose Rella, certa che quello non fosse un complimento. "Ma ora abbiamo pensieri più urgenti di cui occuparci: raccontami tutto ciò che hai fatto oggi, a partire da stamattina."
"Mi sono alzata e per prima cosa mi sono recata in bagno, poi ho cominciato a spazzolare i capelli, poi ho fat-"
"Va bene, va bene. Ferma un attimo. Non mi servono tutti i dettagli, mi basta sapere cosa hai mangiato, cosa hai bevuto, quando sei uscita e chi hai incontrato oggi."
Junah annuì. "Ho bevuto dell'acqua a casa, poi ho mangiato una mela e ho cucinato un piatto a base di uova per colazione, ho aggiunto sale e il timo di mare che era in cucina. Sono uscita di casa e ho fatto acquisti al mercato.
Ho incontrato Lucius, che mi ha regalato un pendente nuovo per il bracciale. Eccolo.” Junah mostrò un piccolo ciondolo a forma di mezzaluna, attaccato al suo bracciale da un anellino di metallo. “Poi sono andata da Hurlet per dirgli che canterò al festival della Luna. Ho bevuto un tè caldo insieme a lui e alla Santista che era lì. Tornando indietro ho… Ahah! Ho preso la cena, quella che ho preparato. Eh- E che è in cucina.”
Le risate stavano cominciando a tornare. Rella ripeté la formula magica nella sua mente. Mentre la pronunciava sentiva le spine muoversi lungo la sua schiena, fino alle braccia. Le ricacciò indietro stringendo i pugni. Non aveva tempo per pensare a se stessa.
Andò in cucina a esaminare il timo di mare e le altre erbe poste di fianco alla cucina economica. Sembrava tutto in ordine: Rella aprì ogni singolo vasetto e lo annusò, ma non trovò niente fuori posto. Si grattò il mento mentre si concentrava nei suoi pensieri. Camminò a passo veloce verso la sorella ed esaminò il suo bracciale. Niente maledizioni. Non sospettava di Lucius, ma non aveva idee, perché nessuno in città aveva brutti rapporti con Junah.
“Junah, pensi che qualcuno ti voglia fare del male? Hai litigato con qualcuno.”
La ragazza stava fissando il pavimento, intontita dall’incantesimo di protezione. “Sempre la solita gelosia.” Alzò lo sguardo. “Devo cantare sempre io? Ti sembra giusto?”
“E chi dovrebbe cantare?” Tentò la guaritrice.
“Sempre Junah, sempre lei. Le altre non valgono le sue scarpe.” Junah rise di nuovo, gli occhi incupiti.
Rella ripeté la formula una volta ancora. “Non è vero, io vorrei sentire qualcun altro cantare.”
Junah batté le mani. “Devi ascoltare Maya Mei, lei sì che è brava. Doveva cantare al festival della Luna, e lo farà.”
Era come se l’incantesimo stesse confessando le sue intenzioni, Rella sapeva che questo significava che era stato attivato da un novellino, incapace di renderlo efficace.
"Vieni con me, Junah, andiamo a cercare Maya Mei."
Junah si alzò di scatto e alzò le braccia come per festeggiare. "Evviva! Andiamo ad ascoltare la mia Maya." Si fermò in mezzo alla stanza. "Mi farà un autografo? Canterà con me?"
Rella aprì la porta e la invitò a seguirla. "Certo, farà tutto quello che vorrai."
Camminavano veloci: Rella guidava il passo, elegante e sicura, ripetendo la formula di protezione. Junah la seguiva un po' barcollante, fermandosi di tanto in tanto per poi ripartire di corsa per raggiungere la sorella. Salirono sul carro che le avrebbe portate da Hurlet. Junah continuava a ridacchiare, ma non era in pericolo di vita, aveva ancora tempo sufficiente per trovare il colpevole e capire come dissolvere la maledizione. Nel caso in cui non ci fosse riuscita, anche se la cosa non le piaceva, sapeva che la soluzione era nelle fiamme. Avrebbe bruciato il regno intero per salvare Junah. Non avrebbe lasciato che morisse. Non avrebbe aggiunto alle sue colpe anche la morte dell'unica persona che aveva sempre giurato di proteggere a ogni costo.
Arrivò alle porte della piccola chiesa del borghetto di Luntim, dove Hurlet governava sotto la buona stella della chiesa Santista. Le porte si aprirono di fronte a lei nonappena si sporse dalla finestra del carro coperto.
Hurlet arrivò ad accoglierla con gioia, ma il suo sorriso si smorzò quando vide scendere anche Junah. "Oh, per il cielo! Cosa è successo?"
La sua preoccupazione parve sincera a Rella, che lo rassicurò: "Reggente Hurlet, la ringrazio per l'accoglienza. Sono venuta qui proprio per comprendere meglio la situazione. Junah mi ha riferito del vostro incontro poche ore fa. Purtroppo come può vedere, una maledizione ha colpito la canzoniera, ed è mio compito comprenderne le origini."
Il reggente scosse la testa con veemenza. "Io non ne so niente!" Affermò perentorio. "Ho insistito tanto perché accettasse di venire al festival della Luna."
"Ne sono a conoscenza." Confermò Rella con tranquillità. "Le sue buone intenzioni non sono in discussione. Volevo solo sapere se qualcuno fosse contrario all'esibizione di Junah. Forse qualcuno devoto a Maya Mei."
"Maya Mei! Dov'è?" Junah si guardava intorno con occhi sognanti.
Hurlet rimase pensieroso per qualche istante, d'un tratto sgranò gli occhi. "Io... Io credo di sapere chi è stato."
La cuoca Tina apparve sorpresa quando Rella la Guaritrice apparì in tutta la sua eleganza di fronte a lei, nel corridoio cupo che portava alla sua umile stanza.
"Buonasera, le dovrei parlare un attimo." La Santa accompagnò la richiesta con un sorriso, ma la signora Tina ne colse l'urgenza e si mise in fretta lo scialle per poi avviarsi verso la cucina.
Le due donne si sedettero una di fronte all'altra.
"Oggi dalla cucina sono stati serviti dei biscotti al miele e del tè, li ha preparati lei?"
La donna apparve sorpresa. "S-sì, li ho preparati io personalmente. Ho preparato le infusioni e i biscotti con le mie mani. Sono perfetti, ne ho ancora qui." La donna indicò una scatola di latta.
Rella annuì: "Posso vederli? Anche le erbe per le infusioni per favore."
La cuoca porse la scatola coi biscotti e aprì il coperchio, rivelando un intenso profumo di cannella e miele. Rella ne prese uno e lo esaminò con attenzione, poi lo addentò. "Davvero buono." Ammise guardando la cuoca che stava finendo di posare sul tavolo i barattoli che contenevano le erbe per gli infusi. Rella aprì ogni scatola e ne esaminò con attenzione il contenuto. "Niente. Non è stata lei." Disse rivolta alla guardia che l'aveva accompagnata in cucina.
"Cosa è successo?" domandò la donna con un filo di voce.
"Qualcuno ha lanciato una maledizione su Lady Junah." Ammise Rella, osservando nella donna una reazione di sorpresa.
"Maya..." Sussurrò la donna.
Una ragazza nella penombra della stanza stava piangendo in silenzio. Rella camminò elegante e leggera verso di lei. "Sei tu Maya Mei?"
La ragazza annuì. "Io non so come sia successo, non volevo..."
Rella le posò un braccio sulla spalla, rassicurante. “Tu volevi solo cantare, vero?”
Maya alzò lo sguardo, colpevole. “Non ho fatto niente.”
La guaritrice mandò a chiamare Junah. Le due stavano una di fronte all’altra mentre Rella pronunciava le sue parole di guarigione.
“Fatto, ora non ci dovrebbero essere altri problemi, non preoccuparti, non l’hai fatto di proposito.”
“Sono mortificata, Lady Junah e Santa Rella.” Si scusò ripetutamente Maya.
Sulla via del ritorno, Rella sedeva pensierosa. Quella ragazza aveva una dote pericolosa da gestire e si sarebbe dovuta occupare di lei. Doveva aiutarla a conoscere il suo potere.
Come Junah le aveva insegnato: ogni vita è preziosa. Sorrise. La sua cara sorella era salva.