Il Leprechaun
Feb. 20th, 2020 07:12 pmOriginale
Prompt: Mitologia Celtica/Irlandese
Partecipa al COWT 10
Il Leprechaun
Il signor O'Brien era ossessionato dall'idea che prima o poi si sarebbe impossessato del tesoro di un Leprecauno.
C'era chi scommetteva alle lotterie e sperava di arricchirsi e poi c'era lui che invece si metteva appostato nei cespugli o sugli alberi in cerca della fine dell'arcobaleno sperando che prima o poi la fortuna avrebbe guardato dalla sua parte e ce finalmente lui avrebbe avuto la sua chiacchierata con il folletto che di fronte alle domande specifiche di O'Brien non avrebbe potuto evitare di rivelargli dove fossero nascoste le sue ricchezze.
Ormai erano ventidue anni che l'uomo dava la caccia al Leprecauno. Aveva imparato a capire quando il tempo avrebbe consentito all'arcobaleno di apparire e in quei giorni si metteva in appostamento, anche se in generale negli ultimi tempi cercava di passare nei boschi ogni suo minuto libero, visto che tutti in paese ormai lo davano per pazzo aveva deciso che avrebbe dimostrato a tutti quei malfidati che il folletto esisteva davvero.
Quel pomeriggio di ottobre non era troppo freddo e il cielo era sereno, era venerdì e O'Brien aveva finito presto di lavorare, aveva preso la sua borraccia piena di tè caldo corretto col Whiskey e un panino e si era avviato verso una parte del bosco nella quale non si appostava da parecchi mesi. Ne avrebbe approfittato per sistemare bene il suo nascondiglio e per renderlo confortevole per l'inverno.
Negli anni aveva ideato un sistema di teli impermeabili che riuscivano a mantenerlo asciutto e più caldo di quanto sarebbe stato senza di essi sotto la pioggia autunnale.
Le nuvole avevano iniziato ad apparire nel cielo e si moltiblicavano man mano che le ore passavano, O'Brien osservava i dintorni senza sosta, le orecchie tese a cogliere qualsiasi rumore, anche impercettibile.
Fu allora che lo vide: non era più alto di un bambino dell'asilo, dal cappello a cilindro verde sbucavano dei capelli rosso carota. Aveva un grembiule da lavoro e teneva a tracolla un borsone e le fibbie argentate delle scarpe brillavano riflesse dalla luce del sole.
Si muoveva circospetto al limitare del sentiero, nascosto dall'ombra degli alberi, silenzioso come solo un abitante del piccolo popolo può essere.
O'Brien sapeva che non poteva perderlo di vista, se fosse successo la creatura sarebbe svanita e lui l'avrebbe più ritrovato, aveva studiato ogni leggenda possibile e si era documentato su internet leggendo ogni singolo resoconto che aveva trovato. Alcuni erano palesemente frutto della fantasia degli autori, ma altri erano tanto realistici da averlo convinto.
Attento a non perderlo di vista neanche per un istante, O'Brien si era sollevato, rivelandosi al Leprecauno che si era voltato di scatto, incapace di muoversi a causa dello sguardo fisso dell'uomo, che non riusciva a proferire parola, incantato com'era dalla vista della creatura che tanto aveva sognato.
L'esserino, però, non pareva intenzionato a restare sotto il suo potere, infatti aveva preso un sasso e glielo aveva lanciato addosso, costringendo l'uomo a distogliere lo sguardo.
O'Brien aveva sprecato la sua occasione: non gli aveva fatto domande, non era neppure riuscito a sentire la sua voce.
Quella sera però era tornato a casa felice, perché per quanto i suoi compaesani avrebbero potuto considerarlo un pazzo, per quanto l'avessero preso in giro, lui sapeva che il Leprecauno esisteva davvero e che prima o poi avrebbe ottenuto le sue ricchezze. Alla fine sarebbe stato lui a ridere.