Mar. 26th, 2023

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Prompt: Tombola

La supertombola di Natale


La tombola era un evento che si ripeteva ogni anno a casa De Nardo. Nessuno dei presenti al pranzo di Natale aveva la possibilità di sottrarsi a questa tradizione, nè le scuse erano accettata dai nonni, che ogni anno preparavano premi per i nipoti e per i figli, spesso pescando tra i regali non graditi o tra i cimeli di famiglia accumulati nel corso degli anni.

Quella volta, però, Giulio aveva deciso di aiutare nella preparazione del montepremi, e per essere inserito nel ristretto comitato formato unicamente dai nonni aveva dovuto firmare un breve trattato di segretezza, che immaginava comunque più complesso di un qualunque accordo tra azienda e dipendenti.

“Tanto nessuno partecipa per i regali, state tranquilli che anche se dico che mettete in palio il vaso a nessuno verrà un colpo al cuore.” Aveva fatto notare, senza però ottenere l’effetto che sperava.

“Tu vuoi aiutarci a organizzare, dici, solo perché vuoi chiamare i numeri, di’ la verità.” L’indice puntato della nonna aveva su di lui lo stesso effetto che aveva da bambino. Lo metteva in soggezione e lo faceva sentire piccolo e sbagliato.

“No, solo per aiutarvi.” Mentì. Perché la verità era che avevano perfettamente ragione: lui voleva il ruolo della nonna. Desiderava chiamare i numeri, almeno per una parte della tombola. “Ma magari una volta…”

La realtà era che tutti i nipoti avevano tentato di partecipare al comitato, ma i più piccoli non avevano mai veramente avuto la minima possibilità di partecipare, mentre tra i più grandi la maggior parte mollava alla sedicesima richiesta insensata da parte degli organizzatori dell’evento, che sostenevano la serietà di quella tombola, la cui vera utilità era procurare i soldi per il pranzo di Natale.

In tutto i nonni raccoglievano, catalogavano e mettevano in palio ogni anno almeno un centinaio di premi, che poi sarebbero stati spartiti tra i tredici nipoti, una decina tra cugini e zii, i cinque figli coi rispettivi consorti e gli organizzatori stessi. In totale un paio di premi a testa.

Giulio aveva lavorato alacremente per portare a termine tutte le richieste dei nonni. In quel momento, prima del pranzo, era in taverna a sistemare i gruppi di regali divisi per le varie tombolate e a posizionare sedie e tavoli in modo da rendere il gioco più semplice da seguire. Sapeva bene che il nonno non gli avrebbe permesso di chiamare i numeri più di una volta, quindi aveva pensato di prendere una lavagna e di utilizzarla per scrivere i numeri man mano che uscivano, ovviando al problema delle continue richieste da parte dei più distratti.

“Così sembra proprio di essere al bingo o a una tombolata seria,” aveva detto la nonna, entusiasta dell’idea, e in quel momento Giulio aveva capito che i nonni avrebbero gestito da soli sia i numeri che la lavagna.

Non gli importava, però, perché lavorando al progetto aveva capito quanto ci fosse sotto quella preparazione a tratti maniacale e cioè l’amore per la famiglia intera che li spingeva a un impegno che andava oltre i soldi o i regali e che aveva lo scopo di renderli una famiglia.

Per i nonni quello era il momento da passare insieme, era un avvenimento che nel corso degli anni era cresciuto fino a diventare un momento di gioia condivisa, di speranza e di complicità che a volte veniva interrotto da futili battibecchi o da manifestazioni teatrali di invidia di fronte alla fortuna di uno o alla mancanza della stessa, ma che in ogni caso aveva creato ricordi che poi avevano accompagnato tutti loro nel corso degli anni.

Quando i parenti avevano iniziato a prendere posto sui tavoli, Giulio aveva dato il pennarello nero in mano al nonno. “In bocca al lupo, io vado a sedermi con gli altri.” Gli aveva detto. “Questa è la vostra tombola.” Aveva aggiunto di fronte allo sguardo un po’ confuso dell’anziano parente.

Il nonno aveva sorriso e aveva preso posto di fianco alla lavagna.

“Sarò il valletto oggi, perché grazie all’idea di Giulio abbiamo una bella lavagna che ci aiuterà a tenere traccia dei numeri.”

“E adesso, tutti seduti, che si inizia col numero…” E la nonna aveva frugato nel grande e usurato sacchetto che aveva cucito quasi mezzo secolo prima. “col numero 24!”

Come sempre, i commenti e le risate erano iniziati già a partire dal secondo numero e si erano mantenuti più o meno costanti fino alla fine della partita, quando i partecipanti avevano iniziato a tirare i bilanci della giornata.

Giulio alla fine non aveva chiamato i numeri, quando la nonna era andata a chiamarlo aveva detto che gli andava bene così, gli era bastato aiutarli coi preparativi. Quella sera sarebbe andato a casa con la sua piccola cornice con una foto della famiglia, un terno, unico premio che aveva vinto, ma si sentiva felice, perché finalmente aveva capito il vero significato della tombola.

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