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Il giorno della partenza - Originale - 200
Un addio - Originale - 100
Il nido - Originale - 100
Memoria condivisa - Originale - 100
Bobby - Originale - 200
L'isola felice - Originale - 100

Prompt, per tutte, VIAGGIO
Partecipano al COWT 14


Il giorno della partenza

Erica cercò il telefono con la mano, cercando di interrompere il suono fastidioso della sveglia. Sbadigliò: come faceva a essere già ora?

Non era abituata ad alzarsi presto, ma quella mattina sarebbero dovuti partire per il viaggio che tanto avevano atteso.

Il telefono suonò di nuovo. Erica era confusa: perché la stavano chiamando? Poi vide l'ora e si alzò di scatto: non si era svegliata.

Saltò nella doccia a tempo di record e si lanciò sotto l'acqua gelida. Poco importava, l'importante era muoversi. Si lavò i denti mentre raccoglieva le poche cose che doveva ancora chiudere in valigia.

Di nuovo lo squillo insistente. "Pronto?" Il tono infastidito.

"Ma perché non rispondevi? Mi hai fatto preoccupare! Siamo da te tra cinque minuti, scendi!"

"Che poca fiducia, adesso scendo." Agganciò e sorrise. Facevano bene ad avere poca fiducia in lei, se non l'avessero chiamata a ripetizione probabilmente avrebbe perso l'aereo.

Infilò le scarpe e chiuse la valigia. Era probabile che avesse dimenticato qualcosa, visto che l'ultimo controllo che avrebbe fatto quella mattina ovviamente era saltato.

Scese in strada ad aspettare la macchina dei suoi amici. Forse si sarebbe lamentata: erano in ritardo di ben due minuti.



Un Addio

Era partito per il suo viaggio portando una piccola valigia, sarebbe stato via solo pochi giorni.

Aveva sempre considerato il mare un luogo in cui perdere i pensieri, ed era proprio ciò di cui Luca aveva bisogno.

Non c'era un'anima in vista. Con la giacca a vento, si sedette sulla sabbia umida del mattino invernale. Prese una manciata di sabbia e se la fece scivolare tra le dita, sperando che si portasse via un po' del suo dolore.

Pensò a come il tempo modificasse ogni cosa. Ce ne sarebbe voluto, ma un giorno avrebbe accettato la tua morte.




Il nido

Angela osservò le rondini volare nel nido, chiedendosi quanto mancasse alla loro partenza.

Pensare che la prima volta che avevano scelto la sua casa come nido lei si era arrabbiata. "Sporcano, se ne devono andare," aveva pensato. Ma poi le aveva osservate. La loro pazienza, la cura nella costruzione della piccola casa che le avrebbe ospitate. Da allora erano tornate ogni anno, al punto che ormai le considerava delle coinquiline. Le osservava, aveva messo in giardino a loro disposizione un abbeveratoio e del cibo.

Sentì il richiamo e le guardò spiccare il volo. "Buon viaggio, amiche mie, alla prossima primavera."



Memoria condivisa

Le ruote scivolavano veloci sulla ghiaia. Con lo zaino carico sulle spalle, Paolo avrebbe seguito il percorso e visitato tutte le tappe che indicava. Non aveva mai viaggiato in bicicletta prima.

Dopo venti chilometri si fermò e scese a prendere fiato, stanco e già dolorante. Non era molto in forma, era vero, ma aveva tutto il tempo per visitare le tappe senza fretta, perché si era ripromesso che quello sarebbe stato un viaggio lento, in memoria del suo caro fratello che l’anno prima aveva percorso quelle stesse strade. Per lui era un modo per ricordarlo, una chiusura, un addio.




Bobby

Bobby aveva aspettato il suo umano per tutto il pomeriggio. All'inizio scodinzolava al pensiero che sarebbe tornato a prenderlo, ma col passare delle ore aveva iniziato a pensare che forse qualcosa lo stesse tenendo distante da lui.

La casa in cui l'aveva lasciato gli era sconosciuta, ma le persone al suo interno lo continuavano a chiamare per nome mentre lui guardava la strada, sconsolato. Gli portavano il suo cibo preferito, ma lui non aveva appetito.

Bobby non aveva il concetto del passare dei giorni, main ogni momento di veglia teneva le orecchie tese, nella speranza di sentirlo.

Quando udì l'automobile che conosceva ormai così bene, sentì l'emozione crescere con una forza dirompente. Abbaiò fino a quando l'uomo che in quei giorni l'aveva nutrito non arrivò a liberarlo.

Il suo umano era di fronte a lui a braccia aperte. "Bobby! Come è stata la tua vacanza?" Lo chiamò. Il cane corse come il vento.

"Grazie per averlo tenuto, il viaggio è stato fantastico, ti racconterò. Bobby però mi è mancato tantissimo." Disse arruffandogli il pelo sul collo.

Il cane salutò gli umani che l'avevano ospitato e saltò nell'auto.

Non era stato abbandonato, sarebbe tornato a casa.



L'isola Felice

Anna diceva a tutti che amava viaggiare. Era convinta che questo la rendesse una persona interessante. Le dava anche parecchi spunti di conversazione a cui aggrapparsi quando si parlava del più e del meno.

La realtà era che preferiva starsene a casa sua, magari distesa sul divano con un pacchetto di snack a guardare serie TV intere senza dover pensare al lavoro o ad altri impegni sociali.

Quell'estate aveva deciso di non partire e aveva raccontato a tutti di quanto le dispiacesse dover rinunciare a causa di alcuni impegni che non aveva precisato.

Finalmente, pensò, posso starmene a casa.


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