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Prompt: Leggi
Fandom: Persona 5
Personaggi: Goro Akechi
Genere: Introspettivo
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La mia giustizia

Che senso ha rispettare la legge a ogni costo, quando puoi piegarla a tuo uso senza conseguenze? Si chiede Goro Akechi mentre sorride di fronte all’obiettivo della telecamera che lo sta riprendendo.
“A soli quindici anni questo studente ha iniziato la sua carriera di nuovo Detective Prince risolvendo un caso impossibile, che aveva fatto brancolare nel buio detective con anni di esperienza alle spalle.” Gli viene da ridere nel sentire le frasi stantie del giornalista. Lo disprezza, ma non lo ammetterebbe mai. Del resto non può dire come è venuto a conoscenza della verità e in fin dei conti se lo facesse non ci crederebbe nessuno.
Si immagina mentre parla del mondo cognitivo e delle sue capacità fuori dal comune che gli permettono di farsi dire la verità dai criminali e di conoscere dettagli privati che a volte gli stessi colpevoli non ricordano. Nel Metaverso le ombre vivono soprattutto grazie a quella colpa e non dimenticano.
Quando ha scoperto il suo potere, Goro ha pensato di andare a cercare suo padre e di renderlo pazzo, proprio come ha già fatto con il gestore della casa-famiglia nella quale era stato maltrattato da piccolo. Era andato nei Memento - ancora non li chiamava così, per lui erano la coscienza collettiva - e le sue aspettative erano state premiate. Un piccolo crimine per fare rispettare le sue leggi personali, quelle di fronte alle quali il Detective Akechi non transige. Si è procurato un modo per conoscere l’uomo senza morale che gli ha tolto l’infanzia.
Finalmente ha la possibilità di incontrarlo faccia a faccia. Masayoshi Shido, la causa della morte di sua madre, è di fronte a lui e lo guarda con un sorriso che Goro vorrebbe spezzare con un colpo di pistola. Non può ucciderlo, però. Non ancora. Suo padre non sa ancora chi lui sia veramente, ma ascolta la sua proposta con vivo interesse. “Sarebbe un peccato non sfruttare questo potere così speciale per ottenere qualche vantaggio, no?” Gli chiede.
Il politico continua a sorridere, ma nei suoi occhi Goro vede la bramosia di un uomo che ha sempre avuto ciò che desidera. Al contrario di lui, suo padre ha calpestato ogni persona che gli si è parata davanti e che ha limitato il suo crescente potere.
Le uniche leggi che suo padre considera sono quelle che può sfruttare per ottenere più influenza, più voti. Mente ogni volta che apre la bocca e la sua voce è pulita, profonda e affidabile.
Akechi sa che sono tutte bugie. Sa anche che è un rischio giocare con lui, ma non ha mai avuto paura di rischiare. Gli propone un patto che non rifiuterà perché lo conosce, in fin dei conti si assomigliano più di quanto lui sarà mai disposto ad ammettere.
Da piccolo il ragazzo credeva nella legge. Era convinto che sua madre fosse morta per un eccesso di debolezza che lui ripugnava, ma confidava nello stato e nelle leggi che lo avrebbero protetto e messo sotto la tutela di suo padre, dell’uomo che fino a quel momento non si era dimostrato interessato a lui, ma che avrebbe accudito un povero orfano.
Non accadde.
Goro era passato da una casa famiglia all’altra. Aveva incontrato persone più o meno accettabili, ma tutti si erano approfittati di lui per ottenere benefici, per piegare le leggi e le regole in modo che fossero loro favorevoli. Lo accudivano per denaro, per puro interesse.
Adesso ha imparato. Porta ancora il cognome della madre e ogni volta che lo sente ricorda da dove proviene. Sa che lei aveva provato a seguire le regole, a chiedere aiuto con un avvocato che si era appellato alla legge per farle avere un aiuto concreto, che non è mai arrivato.
Lui si è distinto per la sua intelligenza, per il suo alto senso morale e per la fiducia che nutre nei confronti di tutto ciò che è legge. Anche lui mente, però.
Gli viene naturale.
Lo fa con Sae Nijima, che gli confida a che punto sono le indagini sui Phantom Thieves; lo fa con il mondo quando condanna il suo stesso operato nel Metaverso e incolpa proprio loro, parlando di giustizia e di rispetto delle leggi subito dopo avere ucciso persone delle quali lui è giudice e carnefice.
Mente quando guarda suo padre negli occhi e gli dice che il suo è solo un lavoro. Fa molta più fatica con Amamiya. Sente che loro due sono simili in un modo diverso, sa che lo capirebbe e che tenterebbe di salvarlo. Invece Akechi sta per ucciderlo, solo che lui non lo sa ancora.
In nome della legge, l’ha giudicato colpevole di essere troppo sciocco e di essere caduto nella sua trappola. I Phantom Thieves hanno combattuto per un mondo che non esiste, un ideale che gli dimostra la loro immaturità. Sono solo dei ragazzini e un po’ gli dispiace ucciderli tutti. Li lascerebbe vivi, se potesse, ma lui ha un ideale più grande e per il suo fine ultimo loro non possono sopravvivere.
Saluta il giornalista senza riuscire a togliersi dal volto quel ghigno, lo nasconde come se fosse imbarazzo e agita una mano, umile. Deve andare, il suo rivale lo aspetta per una serata tra amici. Sarà l’ultima volta che lo incontrerà fuori dal Metaverso, è quasi giunto il giorno che attende da tempo.
È già tutto pronto, non deve far altro che continuare a recitare la sua parte fino ad arrivare al palazzo di Nijima, poi finalmente potrà fare rispettare le sue leggi e ottenere la giustizia.
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