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Prompt: scuola
Partecipa al COWT 13
Fandom: Persona 5
Personaggi: Sadayo Kawakami, Ren Amamiya, Ann Takamaki
One shot
 
Uno studente rispettabile.




Appena aveva messo piede nella metropolitana, Ren si era sentito addosso gli sguardi di tutti gli studenti della Shujin. Aveva cercato di mantenere la sua consueta calma, sorridendo con distacco quando incrociava i loro sguardi a volte stupiti, altre volte curiosi.

Nel cortile della scuola aveva trovato ad accoglierlo Ann e Ryuji, pronti a mantenersi fedeli alla storia raccontata da Kawakami sul viaggio di Ren nella sua città nativa per un imprevisto in famiglia.

Ann l’aveva abbracciato con trasporto e lui per un attimo aveva pensato a quanto gli sarebbe mancata quando sarebbe davvero tornato a casa. Mancava davvero poco.

Aveva ricambiato l’abbraccio stringendola forte a sé. “Mi sei mancata.”

“Anche tu, sono contenta che tu sia tornato.”

“Oh, ma che scena sdolcinata! E io allora?” Ryuji si era unito al benvenuto dando un pugno amichevole alla testa del suo amico. “Bentornato.”

La scenetta era stata osservata con attenzione da tutti gli studenti presenti, che durante il mese di assenza del nuovo studente si erano chiesti se fosse morto, se fosse veramente lui il leader dei Phantom Thieves.

Ren si era sentito osservato per tutta la giornata. Sia i professori che i compagni avevano evitato di parlargli, in compenso continuava a notare sguardi e sussurri che si interrompevano ogni volta che li intercettava. Stanco per la situazione, in pausa pranzo aveva deciso di farla finita. “Allora, posso rispondere a qualche domanda: Yuko?”

La ragazza era arrossita. “I-Io non…”

“E tu, Shinji?”

“Lo sai cosa ci chiediamo tutti: dove sei stato?”

“Sono stato via per problemi in famiglia, come vedete sto benissimo e non ho intenzione di andarmene fino alla fine dell’anno.”

“Sei uno dei Phantom Thieves?” Yuko aveva trovato il coraggio di fare la domanda per tutto.”

“Ne sarei felice, lo racconterei a tutti.”

“Invece sei un povero studente che non ha ricevuto gli appunti dell’ultimo mese di lezione e che da oggi avrà ogni minuto occupato per recuperare.” Kawakami era entrata in quel momento trasinandosi dietro un borsone pesante. “Avete cinque minuti.”

Il resto delle lezioni era trascorso tranquillo, la professoressa pareva di ottimo umore e si era dilungata sul ripassare quanto visto nel corso dell’assenza di Ren “Per gli esami,” a suo dire.

Alla fine delle lezioni, proprio quando stava per uscire, Ren si era sentito chiamare.

“Amamiya, posso rubarti un attimo del tuo tempo.” Kawakami lo guardava con aria severa. Il ragazzo aveva atteso che tutti uscissero dall’aula, a quel punto la professoressa aveva chiuso le porte. “Che bello rivederti a scuola!” Aveva esclamato, saltellando verso di lui. “Non sai che paura mi hai fatto prendere, potevi almeno rispondere ai messaggi, razza di ingrato.”

Ren si stupiva sempre di quanto in fretta Sadayo fosse in grado di cambiare tono di voce e umore. Ormai la considerava più di una professoressa, conosceva la parte segreta della sua vita. Lei l’aveva protetto, proprio come aveva fatto con Takase prima della sua morte.

“Cos’è quella faccia da rimbambito? Non ti ho coperto perché tu restassi indietro con gli esami. Ti avrei anche mandato tutto al LeBlanc se tu fossi stato così gentile da degnarti di rispondermi.” Aveva tirato fuori dal borsone una plico di fogli preoccupante e l’aveva lanciato con un rumoroso tonfo sulla cattedra. “Ora avrai tempo di rimetterti in pari, se cominci subito.”

Ren aveva spalancato gli occhi, cercando di contrastare il suo istinto a fuggire.

“So già che per te non sarà un problema, ma nel caso in cui dovessi avere bisogno di una mano, sai già che numero chiamare per contare su di me.”

“Potrei chiamarti stasera.” Aveva risposto Ren mentre sfogliava le pagine fitte di appunti, sempre più pallido.

“Se pensi di farlo davvero, mi aspetto un bel regalo, capo.” Sadayo aveva fatto l’occhiolino, sorridendo con spensieratezza.

Il ragazzo aveva annuito, l’espressione di nuovo seria, glielo doveva, eccome. Senza il suo prezioso aiuto non sarebbe stato così semplice giustificare la sua assenza e il suo rientro. Raccolse il materiale e prima di uscire le rivolse un inchino. “Grazie davvero, per tutto.”

 

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