La lettera

Jan. 31st, 2021 10:53 pm
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Romantica.
Scritta per la Maritombola! Prompt: 38 https://pixabay.com/it/photos/calzini-camino-comfort-cioccolato-5795254/

La lettera


Clara aveva chiuso gli occhi mentre inspirava profondamente il profumo di lamponi emanato dalla tazza di tè che aveva tra le mani.

Sentiva il bisogno di rilassarsi e di riflettere. La aspettava un momento un po’ complicato.

 

Quella mattina aveva spento la sveglia meccanicamente dandosi da sola il buongiorno e imprecando tra sé per la stanchezza che sembrava essere diventata cronica ormai. Lavorare da casa non le pesava, anzi: il suo piccolo appartamento era accogliente e il non doversi preoccupare ogni giorno di prendere due autobus e sprecare due ore al gelo per arrivare in ufficio non le dispiaceva affatto. Aveva più tempo per se stessa, tempo che comunque aveva sempre dedicato ad altro visto che lavoro e faccende domestiche non mancavano mai.

Aveva indossato di nuovo i calzettoni pesanti a righe bianche e rosse che si era comprata per Natale e aveva acceso le luci dell’albero di Natale che ancora non aveva riportato in cantina. 

Erano passati quindici giorni da quando Sami se n’era andato e il calore degli addobbi natalizi la faceva sentire meno sola, occupando spazio in casa e rendendola più amichevole e viva.

Era sabato, ma aveva passato la mattinata a lavorare perché sapeva che altrimenti i suoi pensieri avrebbero vagato troppo; nel pomeriggio aveva fatto dei biscotti e poi si era seduta sul divano: comoda, con la coperta rossa a scaldarla, e la tazza calda tra le mani. Aveva pensato di leggere qualcosa, ma non ci stava riuscendo, quindi si era limitata a fissare le luci di fronte a lei chiedendosi cosa sarebbe successo di lì a poco.

 

La realtà era che la solitudine la faceva sentire vuota e per questo si aggrappava al lavoro. Si ritrovava a parlare con se stessa allo specchio o, peggio, coi soprammobili della casa. Quella era casa sua, Sami era sempre stato un ospite e lei lo aveva sempre saputo, si era comportato come tale dall’inizio. Non aiutava in casa a meno che non fosse necessario. Aiutare: sua madre le aveva sempre detto che in casa i compiti vanno divisi, ma ogni volta che lui faceva qualcosa tra uno sbuffo e un’imprecazione, poi si aspettava i ringraziamenti da parte di Clara, che più volte gli aveva spiegato il suo punto di vista.

Eppure lo amava, o almeno l’aveva amato. 

A modo suo sapeva essere dolce e premuroso e lei sperava che le parti più infantili del suo carattere col tempo sarebbero svanite, ma dopo un anno niente era cambiato.

Il lockdown li aveva resi nervosi. Stare tutto il tempo insieme nel piccolo appartamento non era stato semplice, ma le era parso che tutto sommato non fosse andata così male. Non litigavano quasi mai, ma questo non voleva dire che fossero felici. Le loro vite erano fatte di silenzi sempre più lunghi. Di frasi non dette per evitare di ferire l’altro. Questo inevitabilmente li aveva allontanati. Ricordava ancora quel due gennaio. 

Aveva aspettato l’anno nuovo, che gentilezza da parte sua.

 

 

 

 

Quindici giorni. Solo quindici giorni per cambiare idea.

Sami aveva riempito le sue due valigie, belle e costose, e se n’era andato. Non aveva avuto neppure il coraggio di dirle in faccia che sarebbe tornato a casa dei suoi. Clara si era chiesta tante volte cosa fosse successo tra loro, come la lontananza avesse preso il sopravvento sull’amore che lei era convinta un tempo fosse esistito. Invece forse si era sempre sbagliata.

Tornata dal supermercato, Clara gli aveva scritto un messaggio perché la aiutasse a portare in casa i pesanti sacchi, ma lui non aveva risposto. Lei aveva fatto due volte le scale carica di sacchetti pesanti, convinta che lui fosse in bagno, e quando finalmente aveva chiuso la porta alle sue spalle aveva visto una busta solitaria sul tavolo.

 

Aveva capito subito quello che conteneva e aveva deciso di darsi qualche minuto per leggerla. Aveva sistemato con cura la spesa cercando di capire quale fosse il sentimento che prevaleva nel suo cuore. Tristezza? No, forse più delusione per come era andato via. Avrebbero almeno potuto affrontare l’argomento. No, forse era stato meglio così. Sentiva anche un certo sollievo al pensiero che non era stata lei a lasciarlo, perché forse così si era evitata la parte della cattiva e doveva ammettere che nell’ultimo periodo aveva pensato anche lei di lasciarlo. 

Clara aveva lasciato passare qualche ora: aveva pulito le scale, aspirato il divano, lavato i pavimenti e i vetri della casa. 

A ora di cena si era resa conto che non avrebbe potuto mangiare se prima non l’avesse aperta. Aveva fatto qualche respiro profondo e aveva strappato la busta. 

 

 

Cara Clara, 

non potevo più stare qui, ma non sapevo come fare.

Sentivo che in tua presenza non sarei stato in grado di andare via, per questo ho approfittato del fatto che tu fossi uscita per la spesa. Mi dispiace.

Starò via per quindici giorni, durante i quali vorrei che non ci sentissimo. 

Concedimi quindici giorni e poi tornerò.

 

 

 

Clara aveva sollevato un sopracciglio nel pensare alla spesa. Siamo pure in quarantena, come consumo tutta quella roba adesso? Si era chiesta come avesse potuto pensare che un comportamento del genere fosse ammissibile per un uomo adulto.

Quella sera aveva pianto, pensando alla fine della loro storia come un fallimento. Ma aveva approfittato dei giorni seguenti per fare ogni giorno qualcosa di buono se stessa e aveva ricordato quanto fosse bello passare il tempo da sola. 

In casa si era accumulata un po’ di confusione, ma non le interessava.

 

 

E ora che i quindici giorni sono passati?

Col tè ormai tiepido tra le mani continuava a pensare al contenuto della lettera. Si chiedeva se lui avrebbe varcato la porta dichiarando Tesoro, sono a casa!

Si aspettava forse che lei gli sarebbe saltata al collo e l’avrebbe baciato? No: in quei quindici giorni lei aveva capito che la sua vita non era finita. Che sarebbe sopravvissuta in qualche modo. Non aveva bisogno di Sami, non più ormai.

 

Il tè era ormai del tutto freddo quando lui era arrivato. Non le importava quello che lui avrebbe detto: Clara intendeva lasciarlo di persona.

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