Sangue del suo sangue
Mar. 31st, 2019 07:31 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Fandom: Persona 5
Partecipa al COWT9
Prompt: L'appeso
Note: In Persona 5 ogni personaggio è associato a uno degli arcani maggiori, che ne determina le caratteristiche
Quando aveva visto la donna, Iwai aveva sentito un brivido lungo la schiena.
Gli aveva ricordato sua madre, forse per quegli occhi vuoti, che cercavano solo di soddisfare il bisogno di droga o di alcool. Era uno sguardo che lui conosceva bene, perché aveva passato l'infanzia a cercare di vedere negli occhi di sua madre anche un po' d'affetto. Invece lei era felice solo quando riusciva a procurarsi della droga. Da bambino spesso erano stati i nonni a prendersi cura di lui, quando scappava di casa perché la madre si dimenticava di preparargli il pranzo o quando non tornava per niente a casa.
Poi avevano cambiato casa, erano andati a stare in una città lontana e a Iwai non era rimasto più nessuno che lo accudisse.
Aveva imparato ad arrangiarsi, spesso chiedendo aiuto agli stessi spacciatori, che si erano a volte dimostrati più gentili e premurosi con lui di quanto non lo fosse stata la sua stessa madre, erano loro a dargli da mangiare e ad aiutarlo con lo studio: uomini della Yakuza che senza troppi rimorsi prendevano tutto il denaro di sua madre e quello di chi come lei si era abbandonato nel baratro delle dipendenze, quei soldi sarebbero serviti a comprargli il materiale per andare a scuola e a dargli una vita dignitosa. Quegli uomini senza scrupoli poi si preoccupavano che quel piccolo, quel bambino sfortunato che passava i suoi pomeriggi seduto sul marciapiede ad aspettare che la madre tornasse a casa, avesse almeno cibo nello stomaco e un quaderno in cui scrivere.
In particolare ricordava di come uno di loro lo invitasse spesso a mangiare insieme a lui, un tale di nome Nishikawa che era ciò che di più vicino a un padre avesse mai avuto.
Era diventato in breve la sua figura maschile di riferimento e, come era logico, aveva seguito i suoi passi e la sua carriera. Così Iwai era entrato nella Yakuza come protetto di Nishikawa e in breve in loro aveva trovato l'unica famiglia che avesse mai avuto.
In quel momento, però, quando la donna aveva affermato di voler vendere suo figlio, qualcosa dentro di lui era cambiato: si era sentito la causa della disperazione di tutti i bambini le cui famiglie venivano risucchiate dalle dipendenze, aveva capito che il modo di vivere che lui considerava normale in realtà non lo era per niente, che distribuiva dolore e disperazione e che a pagare le conseguenze delle sue azioni oltre a chi faceva uso delle sostanze che lui procurava erano i figli, i parenti delle persone con cui aveva a che fare.
Fino a prima aveva pensato che fosse un modo come un altro per guadagnarsi da vivere, in fin dei conti lui aveva la pistola, ma riteneva di non avere mai fatto male a nessuno.
"Prendi tuo figlio e torna a casa." Le aveva detto.
La donna se n'era andata piangendo, non per la paura di perdere il sangue del suo sangue, ma perché non era riuscita ad avere ciò che desiderava veramente, non era riuscita a soddisfare la sua dipendenza.
Iwai l'aveva seguita, più che altro per controllare che non proponesse quell'idiozia di vendere suo figlio anche a qualcun altro.
L'aveva vista abbandonare la culla di fianco al portone, poi era corsa via. Iwai aveva corso per cercare di acciuffarla, ma si era fermato per controllare come stesse il piccolo.
Stava piangendo, ma quando aveva incrociato lo sguardo con Iwai all'improvviso aveva smesso. Aveva occhi tristi e confusi, ma quando Iwai l'aveva sfiorato per sentire se avesse freddo, il piccolo aveva riso e nel suo sguardo aveva visto speranza. Era allora che aveva deciso: quella era la sua opportunità.
Si sarebbe preso cura di quel bambino come se fosse stato suo e gli avrebbe dato una vita fatta di gioia e di affetto. Forse non avrebbe mai rimediato ai suoi errori degli ultimi anni, ma si sarebbe impegnato al massimo per dare a quel bambino, al suo bambino, una vita felice, per quanto possibile.