Inopiae Desunt pauca, avaritiae omnia - Semel in anno licet insanire, Persona 3
Fandom: Persona 3
Personaggi: Tatsuya Tanaka
Genere: introspettivo
Prompt: Inopiae Desunt pauca, avaritiae omnia
Flashfic
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Inopiae Desunt pauca, avaritiae omnia
Da bambino i suoi compagni di classe l'avevano preso in giro per la sua povertà: per la divisa consumata e per il suo pranzo sempre povero che spesso consisteva solo nel riso in bianco.
Lui li sentiva, sapeva che lo consideravano solo un poveraccio, ma era certo che prima o poi avrebbe messo tutti a tacere: sarebbe diventato ricco, più ricco di tutti loro messi assieme e allora avrebbe riso lui della loro mediocrità.
Aveva cominciato contando solo sulle sue capacità, vendendo oggetti inutili che la gente acquistava affascinata dalle sue doti di commerciale nato. Lui sapeva come convincere il cliente medio che quel che vendeva fosse fatto su misura per lui e in tantissimi ci cascavano.
Quando il suo conto in banca aveva iniziato a crescere, aveva cominciato a sentirsi finalmente nel posto che meritava nella società, poco importavano le lamentele di chi diceva che gli mancava l'etica e che non avrebbe retto molto vendendo delle fregature.
Ma lui faceva di più, lui distribuiva idee e sogni.
Si era arricchito più di quanto avrebbe potuto immaginare e il denaro continuava ad arrivare a fiumi, quando aveva conosciuto Saya. Se il povero ha poco, l'avaro non ha nulla.
Gli aveva detto un giorno dopo che lui l'aveva messa alle strette per non essere stata abbastanza produttiva. Non potrei mai vivere sapendo di aver guadagnato alle spese di qualcun altro.
Oltre a lei poi c'era stato il ragazzino, lo sciocco credulone che gli aveva dato soldi in cambio di una stupida promessa che lui ovviamente non aveva intenzione di mantenere. Era stato così puro di cuore nella sua intenzione di imparare da un uomo di successo come lui che Tanaka l'aveva preso sotto la sua ala, insegnandogli come si fanno i soldi.
Ci aveva preso gusto, anche se sapeva che il ragazzino l'aveva definito addirittura il diavolo, andava fiero di quella descrizione, il diavolo era, in fin dei conti, potente.
La vicinanza di Saya e di Tatsuya l'aveva cambiato, anche se era stata dura ammetterlo all'inizio.
Aveva riflettutto sulla sua vita ed era arrivato alla conclusione che la sua ricchezza non lo stava rendendo felice. La sua motivazione era sbagliata, perché oggettivamente vendere per lui era così facile che non c'era gusto ad approfittarsi degli allocchi, mentre insegnare alle menti plasmabili a seguire la sua strada lo faceva sentire davvero realizzato.
Per questo aveva fatto la donazione all'orfanotrofio, perché era vero: da povero non aveva molto, ma nell'ultimo periodo sentiva di aver perso anche quel poco in cambio della sua ricchezza. Le cose potevano cambiare e lui avrebbe fatto il possibile per pensare prima di tutto alla sua felicità e non al desiderio di rivalsa che l'aveva portato a dimenticare se stesso.
Fandom: Persona 3
Personaggi: Mitsuru Kirijo
Genere: introspettivo
Prompt: semel in anno licet insanire
Flashfic
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Semel in anno licet insanire
una volta all'anno è lecito impazzire
Una volta all’anno è lecito impazzire, le aveva detto suo nonno il giorno del suo quinto compleanno, quando per la prima volta le era stato concesso tutto ciò che desiderava.
Fin da quando era piccola a Mitsuru era stato chiaro che lei non sarebbe stata mai come gli altri bambini, perché era l'unica erede della Kirijo group e si sarebbe dovuta abituare da subito a essere responsabile e a studiare. Da noi ci si aspetta questo, ma impazziremmo del tutto se non riuscissimo a lasciarci andare ogni tanto, ricordatelo quindi.
Per anni Mitsuru aveva pensato che forse il nonno esagerasse, nonostante la sua vita non fosse stata facile fin da quando era piccola non aveva più seguito il suo consiglio.
Quel pomeriggio, però, mentre passava di fronte al parco dei divertimenti, si era sentita attratta dalle montagne russe. Non ci era mai stata. Aveva da studiare e avrebbe dovuto controllare il Tartarus, ma per quel giorno avrebbe ascoltato suo nonno: avrebbe fatto tutto ciò che desiderava.
Una volta tornata in dormitorio aveva salutato Akihiko, seduto sul divano a leggere il giornale.
“Ti vedo allegra, hai passato una bella giornata?”
“Splendida.” Gli aveva risposto, poi gli si era avvicinata e gli aveva dato un bacio ascoltando l’istinto che le diceva di farlo da mesi. “Una volta all’anno è lecito impazzire,” aveva dichiarato, lasciandolo ammutolito sul divano, col giornale stropicciato tra le mani.