We'll fight - Harry Potter
Personaggi: Lily Evans, Petunia Evans, James Potter, Harry Potter
Prompt: Muse, Knights of Cydonia
One Shot
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We'll fight
You and I we’ll fight for our rights
you and I we’ll fight to survive
(Muse, Knights of Cydonia)
Da piccola, Lily non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata una Strega. Non aveva mai sognato di avere mirabolanti poteri magici, al contrario di sua sorella Petunia che nei loro giochi insieme era sempre più forte, più bella e più ricca di lei. A Lily non era mai dispiaciuto fare la parte della bambina indifesa o della classica “piccola fiammiferaia” a cui tutti chiudevano le porte in faccia. Non le interessava vincere, non aveva un’indole competitiva come quella di sua sorella e per questo non provava neppure a rubarle la scena.
Ogni Natale Petunia aveva sempre recitato una poesia per la famiglia, per loro era stata una tradizione sin da quando sua sorella era stata in grado di impararla a memoria, e la bambina era felice di mettersi in mostra di fronte alla famiglia, le piaceva il palcoscenico. Quando Lily era cresciuta, però, sua madre aveva preteso che le due si dividessero quel ruolo e se a Lily non interessava per niente, per Petunia quello era stato a dir poco un affronto.
Dopo il primo anno, durante il quale le due avevano litigato tutto il giorno, il ruolo era stato dato a Petunia senza discussioni per la pace di tutta la famiglia e per la gioia di Lily.
Quando i suoi poteri si erano palesati, Lily era in compagnia di sua sorella. Stavano giocando e come sempre Petunia faceva le veci della buona samaritana che dava asilo alla povera, indifesa Lily, che in cambio le stava tessendo una corona di fiori come dono, in segno della sua riconoscenza.
La bambina aveva sollevato la corona a mezz’aria e l’aveva guardata con occhi sorpresi, come se lei non c’entrasse nulla con quella magia. Petunia si era convinta di essere stata lei a muoverla ed era rimasta a dir poco delusa quando si era resa conto che invece non c’entrava per niente.
La partenza per Hogwarts di Lily aveva allontanato le due sorelle in modo irrimediabile al punto che al ritorno di Lily per le vacanze di Natale le due avevano a malapena parlato, nonostante Lily avesse cercato Petunia continuamente, cercando di raccontarle ogni cosa sulla sua nuova scuola, sugli amici e sui professori, pareva che la sorella non avesse alcuna intenzione di stare con lei.
Ne aveva sofferto così tanto da averne pianto per anni, fino a quando non si era resa conto che sua sorella non l’avrebbe mai perdonata, ma che in fondo non era colpa sua: non aveva chiesto lei quei poteri e glieli avrebbe donati se solo avesse potuto farlo, solo che questo non era possibile. La gelosia era un sentimento che Lily non aveva mai fatto suo e, anche se avrebbe amato sua sorella per tutta la sua vita, non poteva più continuare a soffrire per qualcosa che non sarebbe mai cambiato, suo malgrado.
Da quando le cose erano degenerate nel Mondo Magico a causa della presenza di colui che non deve essere nominato Lily aveva più volte pensato alla sua famiglia e in particolare proprio a Petunia. Sapeva di non poter spiegare loro quanto grave fosse il pericolo che tutti stavano correndo, come sapeva che non avrebbero mai capito quella guerra e i motivi per cui era iniziata. Lei era una Sanguesporco e per questo tutta la sua famiglia rischiava di pagare, non poteva permetterlo e aveva deciso di metterli tutti al sicuro, o almeno di provarci. Lei e James avevano posto incantesimi di protezione nelle loro case sperando che fossero sufficienti, ma era certa che non sarebbero bastate poche protezioni per fermare Lord Voldemort.
Quando aveva saputo di aspettare un bambino, Lily si era sentita combattuta tra la gioia infinita e la paura per ciò che sarebbe potuto accaderle. Fino a quel momento non aveva mai avuto paura per se stessa, ma ora non era solo lei che avrebbe rischiato la vita. C’era anche il suo bambino, c’era anche Harry con lei e per lui doveva stare attenta.
Aveva cercato la sorella e le aveva comunicato la lieta novella per ritrovarsi di fronte a un muro di impassibilità. “Non te l’avevo detto forse, ma sono incinta anche io.” le aveva detto guardandola con ribrezzo e chiudendole quasi la porta in faccia.
Poi era arrivata la profezia e con essa la disperazione era diventata ancora più forte. Lily continuava a piangere, incapace di sopportare la paura che sarebbe potuto succedere qualcosa a lei, ma soprattutto al suo bambino, e in quel momento aveva deciso che l’avrebbe protetto a qualunque costo, anche se le fosse costato la sua stessa vita.
Era andata da Petunia un’ultima volta con il desiderio di cercare un riavvicinamento con la sorella. Le aveva telefonato e la sorella le aveva concesso un pranzo di famiglia.
Lily e James erano arrivati, vestiti eleganti e pronti ad assecondare la famiglia Dursley senza utilizzare in alcun modo la magia in quella giornata.
Non avevano mai conosciuto Vernon, che a detta di Petunia era un uomo di successo che le stava dando tutto ciò che la donna desiderava e che agli occhi dei Potter era un fastidioso borghese ottuso che parlava solo attraverso luoghi comuni. Si vedeva però che lui e sua sorella si amavano e questo aveva tranquillizzato molto Lily.
Alla fine della cena, poco prima di andare. Lily aveva deciso di affrontare l’argomento per cui erano lì: “Petunia, la situazione è molto grave. Non voglio assolutamente metterti in pericolo e quindi non ci faremo più vedere, almeno per un po’, fino a quando la situazione non si sarà un po’ tranquillizzata… ma se mi dovesse succedere qualcosa vorrei chiederti se ti prenderai tu cura di Harry. Lo faresti?”
Petunia aveva guardato il pancione della sorella e all’improvviso si era ricordata di quanto la amava quando erano piccole. Lily era una bambina quasi perfetta e per Petunia non era mai stato facile essere alla sua altezza, ma le aveva sempre tenuto testa, almeno fino a quando non erano apparsi i suoi stupidi poteri magici, che oltre ad averla allontanata da lei in modo irrecuperabile l’avevano anche resa ancora più speciale agli occhi di tutti, mettendo Petunia in un angolo ombroso.
Però le voleva bene: quando c’erano i temporali le permetteva di dormire nel suo letto e la stringeva a sé fino a quando non si addormentavano entrambe; la aiutava sempre con la colazione al mattino e la aspettava sia al ritorno che all’andata per la scuola.
“Ma certo…” le aveva detto, mettendo nelle sue parole quanta più naturalezza possibile. Lily era corsa ad abbracciarla e Petunia avrebbe ricordato per sempre quel momento. Avrebbe tanto desiderato risponderle e dirle quanto le aveva sempre voluto bene, invece era stata zitta e aveva risposto all’abbraccio con delle piccole pacche sulla spalla della sorella, incapace di esprimere il suo amore, ancora consumata dalla gelosia.
Lily e James erano tornati a casa sereni, perché in fondo sapevano che l’incontro era andato tutto sommato meglio di quanto si aspettassero. Ma di fronte a loro non vedevano altro che buio. Avrebbero combattuto ancora per salvare le loro vite, per il diritto del loro bambino ad avere una vita e non a morire per mano di Voldemort. Non avrebbe vinto lui, sarebbero stati loro a trionfare un giorno, per Harry, per l’Ordine e anche per Petunia e la sua famiglia.
Era incinta di otto mesi quando James era stato chiamato per combattere con l’Ordine. Lei era stata costretta a restare a casa e per tutto il tempo aveva avuto il cuore in gola. Ogni rumore fuori la faceva sobbalzare e ogni minuto le pareva più lungo del precedente.
Aveva promesso al suo James che sarebbe stata forte, che non si sarebbe lasciata cogliere dalla paura e dallo sconforto, ma più il tempo passava e meno Lily si sentiva in grado di sopportare la situazione.
Era così diverso quando potevano combattere insieme. Si coprivano a vicenda e prendevano parte alle missioni dell’Ordine senza paura, anche se sapevano che ogni volta poteva essere l’ultima. Il loro amore in parte a volte li frenava, perché ciascuno di loro desiderava che l’altro stesse al sicuro, ma era anche il motore che li faceva partecipare alle missioni, era il motivo per cui combattevano: per il loro futuro insieme. Perché fosse possibile vivere all’aria aperta senza doversi preoccupare del fatto che Lily era una Sanguesporco, senza avere paura per i loro figli che un giorno sarebbero arrivati.
Lily aveva deciso di combattere proprio per le sue origini. La famiglia Babbana dalla quale proveniva era per i Mangiamorte motivo di vergogna. Le sue origini la rendevano una nullità che non meritava neppure di vivere, come tutti gli altri Babbani. Come i suoi amici quando andava a scuola, i vicini di casa dei suoi genitori e come tutto il resto della sua famiglia. La Strega sapeva bene che la sua origine non avrebbe mai potuto determinare il suo valore. Sapeva di non aver rubato i suoi poteri ad altri Maghi inermi.
E pensare a quanto si era arrabbiata con Severus quando le aveva spiegato la filosofia di Voldemort… Aveva perso il suo amico per gelosia, come sua sorella, ma anche a causa della vicinanza di Severus ai Mangiamorte.
Come puoi parlare con loro e poi venire a cercarmi, non capisci che se fosse per loro io sarei carne da macello, così come tutti gli altri Babbani.
Severus le rispondeva che lei era diversa, ma a lei non era mai bastato. E ora… James probabilmente stava combattendo proprio con lui. Con quello che era stato un tempo suo amico e che li aveva venduti in cambio di un ruolo di rilievo tra le schiere del Signore Oscuro, come lo chiamavano i suoi adepti.
Lily aveva sempre combattuto per la sua libertà e avrebbe ricominciato a farlo quando Harry fosse nato. Stare a casa in attesa di James era per lei difficilissimo. Molto più di combattere, perché l’attesa era passiva. Ogni cosa poteva essere accaduta a James e ai suoi amici, a Silente e ai Weasley senza che lei lo sapesse e il non poterli aiutare la faceva sentire completamente inutile.
Non aveva mai pregato in vita sua. Sapeva che nel Mondo Magico non esisteva un Dio come per i Babbani, e per quella notte si sarebbe affidata a quel Dio che non conosceva sperando che proteggesse comunque i suoi cari. Tutti quanti fino a quando lei non avesse potuto ricominciare a combattere.
Quella sera James era arrivato a casa ferito, ma vivo. L’aveva trovata distesa sul divano, addormentata, ma chiaramente tesa. L’aveva presa tra le sue braccia per portarla nel letto, svegliandola. Lily aveva iniziato a piangere stringendolo forte a sé e causandogli un gemito di dolore. “Cosa è successo?” Aveva chiesto notando la ferita del marito.
“Doveva essere una missione leggera, invece ci hanno attaccato di sorpresa. Se non ci fosse stato Sirius sarei morto probabilmente.”
Lily aveva tirato a James una pacca sulla spalla. “Non dirmi queste cose, lo sai che non posso sopportare di non essere lì con voi…”
C’era una domanda che Lily non voleva fare. Anche se sapeva che era così, non desiderava sapere se Severus era tra i Mangiamorte.
“Avevano la maschera, non sappiamo chi fossero.” Aveva detto James, rispondendo al suo silenzio. “Comunque con questa ferita mi sono assicurato almeno una settimana di pace con te, con voi.”
Anche se sarebbe stata una sola settimana, avrebbero assaporato ogni minuto nell’attesa di ricominciare a combattere, nell’attesa di avere il futuro di pace che desideravano per la loro famiglia.
Dalla nascita di Harry molte cose erano cambiate nella vita dei Potter. Se nei primi tempi avevano continuato a cercare di mantenere la vita di prima, col tempo si erano resi conto che ciò che tutti dicevano loro era vero: erano l’obiettivo primario di Voldemort e non potevano permettersi di farsi trovare per il bene di tutto.
Erano nascosti da ormai così tanto tempo da sentirsi in prigione nella loro bella casa comoda, ma dopo la profezia non erano più loro i destinatari dell’odio di Colui che non deve essere nominato, ma il loro piccolo bambino innocente, che da Prescelto era diventato simbolo della speranza di tutti coloro che volevano la caduta di Lord Voldemort, compresi Lily e James.
L’idea di cambiare Custode Segreto era stata di Sirius. Il loro amico si sentiva tutt’altro che al sicuro, preda delle minacce continue di quasi tutti i Black si sentiva a un passo dalla cattura. Nessuno di loro l’aveva detto, ma tutti avevano il sospetto che Remus potesse essere la spia all’interno dell’Ordine della Fenice. Un lupo mannaro facilmente diventa Mangiamorte e questo era risaputo.
Lily non aveva mai creduto che Remus avrebbe potuto tradirli. Non il dolce Remus che lei conosceva da anni e che amava lei e James come fratelli, ma Lily nell’ultimo periodo non si fidava di anima viva, solo di James e di Albus Silente.
Sirius, Peter e Albus erano stati gli ultimi ad andare dai Potter, portando loro regali per Harry e cibo per sussistere in quei giorni concitati. “Siamo vicini, ragazzi, presto tutto sarà finito in un modo o nell’altro.” Aveva detto Sirius, stanco e speranzoso.
Silente appariva pensieroso più di quanto non l’avessero mai visto. “Si stanno muovendo e questo è certo. Purtroppo c’è di certo una spia tra noi perché sanno troppi dettagli, conoscono bene i nostri piani. Tra qualche giorno però capiremo chi è.” Silente aveva divulgato ai vari membri dell’Ordine notizie differenti e aspettava il momento buono per vedere dove i Mangiamorte sarebbero andati a colpire.
“Vorrei tanto che diventassi tu il nostro Custode Segreto, Albus.”
Silente aveva preso le mani dei Potter. “Mi piacerebbe, ma sapete che con me non sareste al sicuro. Sono l’indesiderato numero due, solo dopo il vostro Harry.
Peter se ne stava in un angolo a giocare con Harry, che da ormai qualche giorno stava in piedi da solo. Lily e James lo avevano scelto per le sue capacità peculiari: nascondersi per lui era facile e nonostante Peter non brillasse certo per coraggio, erano certi che avrebbe resistito di fronte al pericolo, in qualche modo.
“È proprio cresciuto.” Aveva detto il loro amico prima di abbracciarli e di andarsene da lì insieme agli altri ospiti.
I Potter non lo sapevano ancora, ma avevano firmato la loro condanna a morte quella sera.
La notte in cui Voldemort arrivò alla loro porta a portare loro la morte, capirono cosa avevano fatto, ma ormai era troppo tardi per rimediare. James fu guidato dal desiderio di proteggere la sua famiglia, ma anche dal risentimento nei confronti del tradimento del suo amico, che lui considerava al pari di un fratello. Aveva combattuto per tutto l’Ordine e per Remus, per avere messo in dubbio la sua fedeltà. Non era bastato però.
Lily invece aveva pregato. Non immaginava che la sua preghiera sarebbe diventata il motivo per cui suo figlio sarebbe sopravvissuto.
Harry Potter avrebbe continuato a combattere per tutti loro e un giorno, non troppo lontano, la verità sarebbe venuta a galla.
In ogni caso, Lily avrebbe vegliato su suo figlio anche dall’aldilà, perché nulla avrebbe potuto separarla da lui, neppure la morte.