quistisf: (Default)
quistis ([personal profile] quistisf) wrote2025-04-05 09:00 pm

Zia Eleonora - Originale

 Fandom: Originale
 Prompt: Sure Grandma, let's get you to bed
 Partecipa al COWT 14


Zia Eleonora.

L’anziana signora si trascinava avanti col deambulatore un passo alla volta in movimenti irregolari e scattosi. 

Il ragazzo la osservava seduto dall’altro lato della strada, all’inizio gli era venuto da ridere, perché si era reso conto che la vecchia stava andando il più veloce possibile, ma la realtà era che gli ricordava una lenta tartaruga. Poi però si era sentito in colpa: poteva avere bisogno di aiuto e lui non era senza cuore.

Filippo si alzò e attraversò la strada. Più si avvicinava a lei, però, più si rendeva conto che la sua impressione era fondata: qualcosa non andava. Iniziò a notare il sudore sulla sua fronte, l’espressione nei suoi occhi, che avrebbe definito terrore puro. Il fiato corto.

“Tutto bene, signora?” Le chiese, mettendosi di fronte a lei.

“No, non è tutto bene.” Gli fece cenno di avvicinarsi e si guardò intorno con circospezione. “Quelli vogliono uccidermi. Vogliono la mia casa.” 

Filippo continuò a guardarla negli occhi, incerto su cosa fare. L’anziana donna aveva una fierezza nello sguardo che a tratti sembrava prendere il sopravvento sulla sua paura. Una parte di lui credeva che la donna fosse pazza, forse inferma di mente, ma il suo istinto gli diceva di crederle.

“Non sono chi dicono di essere. Non farti prendere per il naso anche tu da loro.” Lo stringeva talmente forte che il ragazzo non riusciva a liberarsi. “Via Pasini numero 8. Mi chiamo Eleonora Contini.”

“A- Andiamo alla polizia?” Chiese lui. Ma la donna non fece in tempo a rispondere, perché una coppia di mezza età arrivò alle loro spalle. 

“Mamma? Mamma, cosa ci fai qui, torna a casa, dai!” Disse la donna con tono mellifluo. Aveva lunghe unghie laccate, i capelli raccolti senza eleganza in una coda mezza sformata e abiti semplici, ma decorosi. L’uomo indossava un paio di jeans e una camicia a scacchi. Si mordeva un labbro e lo guardava incerto.

“Aiuto, aiutatemi!” Urlò la signora attirando l’attenzione dei pochi passanti.

Filippo si guardò intorno, incerto su cosa fare. I due sembravano assomigliarle parecchio. “Zia, non preoccuparti, ti accompagno anche io a casa.” La donna si fermò un istante. Sorpresa. “E tu chi saresti? Mia madre non mi ha parlato di te.”

“Sono Serena, la sua prima figlia, mi sto prendendo cura io di lei in questo periodo.” 

Il ragazzo si chiese dove fosse andato a incastrarsi, ma vista la gentilezza con la quale la donna gli stava sorridendo pensò che in fondo non avrebbe corso grossi rischi nell’andare in via Pasini 8 a casa dell’anziana signora a controllare che tutto fosse in ordine.

“Andiamo a casa, zia, ti portiamo a riposare e magari ci beviamo un tè insieme.”

Filippò cercò di ritrovare nella sua memoria il nome e il cognome della signora di cui si stava fingendo il nipote, Eleonora qualcosa… era un bel nome per una donna della sua età, si ritrovò a pensare.

Notò che la coppia restava indietro, lasciando che fosse lui a guidarli verso la casa. 

“Da quanto tempo siete a casa con la zia?” Chiese, cercando di prendere tempo mettendosi al loro fianco. Via Pasini era lì vicino, quello era certo, ma non si ricordava dove di preciso. 

“Solo da due giorni, siamo arrivati perché mio marito ha insistito perché le parlassi di nuovo dopo tutti questi anni di lontananza. Volevo solo passare per salutarla e per dirle che mi dispiace per come è andata, ma ho visto che non sta bene.” Lo prese da parte mentre l’uomo ed Eleonora continuavano lungo la strada. “Da quanto tempo ha problemi di memoria?”

Filippo iniziò a preoccuparsi, la donna gli pareva abbastanza sincera e poteva essere veramente la figlia di quella donna. Invece lui? Che scusa aveva lui per introdursi nella casa di una donna anziana con problemi di demenza senile? Se fossero arrivati altri parenti cosa avrebbero potuto dirgli? L’avrebbero denunciato? Scacciato in malo modo? Preso a pugni? 

D’altro canto, se l’anziana gli aveva detto la verità, significava che era in pericolo… poteva davvero abbandonarla lì inerme quando lei aveva riposto in lui la sua fiducia?

“Da- da un pezzo ormai…” Mentì. “Ha cominciato un paio di anni fa con i primi sintomi, ma io non vado a trovarla spesso a essere sincero.”

La donna gli sorrise, più serena. “Ovvio, tu sei giovane, perché dovresti andare a trovare la zia. Ha anche dei figli, no?”

Filippo approfittò della chiamata che proprio in quel momento stava ricevendo per concentrarsi sul suo smartphone, sperando così di lasciare decadere la domanda. “Un attimo, rispondo e vi seguo.”

Fece qualche passo indietro. “Pronto, Sabrina?” Si rivolse verso la donna indicando il telefono e si allontanò ancora di qualche passo. “Farò un po’ tardi, sono con la mia cara zia Eleonora.”

“La zia che? Mi prendi in giro? Io ti sto aspettando, perché non eri sull’autobus.”

“Non pensavo di passare da lei, ma l’ho trovata in giro per strada e sai com’è… con i suoi problemi di memoria ho pensato di accompagnarla a casa.”

“Che hai bevuto? Stai parlando in codice?”

“Ma no, non è niente! Sai com’è la zia, sto lì giusto per un tè e me ne vado. Comunque sì, hai ragione.” Rise.

“Vuoi che venga da te?”

“No, non la zia che sta vicino alla stazione, lei abita in via Pasini. Sai, vicino alla fermata dove prendo l’otto.”

Filippo osservava la donna con attenzione. Camminava lenta, in silenzio, le orecchie chiaramente tese all’ascolto. Quando sentì il nome della via sembrò rilassarsi e accelerare per un attimo il passo.

“Fil, dimmi se devo chiamare la polizia.” La voce di Sabrina al telefono era allarmata. Se solo avesse potuto, le avrebbe detto di farlo. “Puoi condividermi la posizione?”

“Ecco, questo sì che posso farlo. Stai tranquilla che arrivo presto, ci vediamo a cena, salutami la mamma.” Attaccò e attivò la condivisione della posizione. Scrisse due messaggi nei quali spiegava grossomodo la situazione e raggiunse la signora Eleonora.




Via Pasini 8, dice che pericolo vita.

Help.


Sabrina osservò il telefono incredula e subito decise di chiamare la polizia.  Spiegò la situazione come meglio potè, pregandoli di recarsi all’indirizzo per un controllo.


Li trovarono in casa che bevevano il loro tè. 

Il ragazzo appariva confuso almeno quanto la vecchia signora.


Il giorno seguente i giornali pubblicarono un articolo che descrisse l’accaduto in modo chiaro e conciso:


Giovane eroe salva una donna da tentativo di truffa.


Ieri, lungo una laterale di via Pasini, un ragazzo di diciannove anni ha soccorso un’anziana signora che era riuscita a sfuggire a una coppia di truffatori nota alle forze dell’ordine.

I due malviventi, accusati di furto aggravato e omicidio, in passato hanno estorto ingenti somme in contati a numerose anziane vittime ignare, una delle quali è deceduta a causa delle sostanze a lei somministrate dai due ladri. 

Il loro modus operandi consiste nel fingersi parenti lontani degli anziani che scelgono di truffare e nel farsi aprire le porte delle loro case, per poi incapacitare le vittime attraverso l’uso di medicinali e sostanze stupefacenti.

Il ragazzo afferma di avere visto la donna in difficoltà e di averle offerto il suo aiuto. “Mi è sembrato che sapesse quello che mi stava dicendo, le ho creduto. La coppia intervenuta per riportarla a casa invece era sospetta.”

La signora Eleonora Contini ha deciso di ringraziare pubblicamente il giovane F. P. e di donargli un premio per la sua prontezza di spirito, grazie alla quale la signora si è ora ripresa completamente.




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