quistisf: (Default)
quistis ([personal profile] quistisf) wrote2021-02-27 05:37 pm

Il vaso - Originale

Originale
One shot
fluff
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Prompt: Qualcosa che all'inizio è diviso e alla fine è unito. In questo caso, letteralmente, il vaso.


Il vaso


Luca e Tommaso si trovavano dalla nonna in occasione delle vacanze estive. Amavano la sua casa, perché la nonna aveva il giardino e lì sentivano di poter giocare liberamente, anche se la mamma li aveva avvertiti tante volte: se rompete qualcosa a casa della nonna, poi lei si arrabbia sul serio. State attenti con quella palla! Tutto, ma non il pallone vicino alle finestre, per giocare a calcio potete andare al parco! 

Ripeteva sempre la mamma, pregandoli di fare attenzione. Ma sa che i spesso, soprattutto mentre si gioca, non si pensa alle conseguenze. Per questo, quando la pianta era caduta per terra e i due avevano sentito il rumore di cocci rotti, si erano subito congelati per capire quanto la situazione fosse, in effetti, grave.

Fermi, trattennero entrambi il fiato mentre i loro occhi vagavano per il giardino, chiedendosi quando sarebbe arrivato l’urlo di guerra della nonna e se in giardino ci fosse qualcosa in grado di aiutarli a sopravvivere o almeno una via di fuga.

“Oh, no! Si è rotto tutto!” Tommaso aveva parlato a bassa voce, tradendo il terrore per il loro errore di valutazione

Sul pavimento in cemento del retro della casa della loro nonna giaceva il ciclamino viola, contornato da terra e cocci di un vaso in terracotta dipinto con cerchi colorati. Non sembrava essere di grande valore, ma non potevano rischiare: dovevano trovare il modo di nascondere il misfatto.

“Pensi che sia una cosa importante?”

“È solo un vaso, ma sai che le piacciono queste robe… penso che ce la farà pagare… Non so, sembra dipinto, ma non è molto bello…”

Tommaso si era avvicinato lentamente al disastro e aveva tirato un sospiro di sollievo: “Non sono tanti pezzi, forse riusciamo a rimetterlo insieme con un po’ di colla.”

Luca era il più grande coi suoi nove anni di esperienza alle spalle e si sentiva in dovere di formulare un piano d’azione, anzi, era un po’ deluso da se stesso per non aver pensato lui per primo alla soluzione.

“Va bene: io vado dentro a vedere cosa sta facendo la nonna; tu raccogli la terra e la metti nella scatola che c’è lì, attento a non rovinare i fiori. Usa la scopa per il resto della terra. Io torno subito.”

La nonna era impegnata in cucina, canticchiava e si muoveva al ritmo della canzone che Luca non conosceva, era di buon umore, forse anche perché la radiolina analogica gracchiante che aveva in cucina aveva coperto il rumore del disastro.

Luca si rivolse a lei con un sorriso rilassato. “Ciao, nonna, cosa fai?”

“Sto preparando le lasagne fatte in casa per pranzo, tra un’ora e mezza al massimo sarà tutto pronto e mangeremo tutti insieme, anche coi tuoi genitori che sono già per strada.”

Luca cercò di mantenere la calma, ma sapeva di essere sbiancato. “Vengono i nostri genitori? Che bello!” Sperava tanto che la sua esclamazione non fosse risuonata come terrore puro alle orecchie della nonna. Avevano passato quelle giornate di vacanza senza pensare che prima o poi sarebbero dovuti tornare a casa, al punto che avevano perso il conto dei giorni, ma era evidente che fosse già domenica, visto che i genitori sarebbero arrivati per pranzo. Mentalmente, Luca pensò a quanto tempo avessero e, vista l’ora e la distanza, arrivò alla conclusione che potevano farcela.

Camminando con disinvoltura, era scivolato a recuperare la colla mega attack, che la nonna teneva in un piccolo portaoggetti appeso al pensile della cucina che si trovava di fianco alla finestra. Era stato attento ad aspettare che lei si voltasse per nasconderla nella tasca dei pantaloncini con rapidità. Aveva quindi preso due bicchieri dal mobiletto e li aveva riempiti d’acqua. “Ti serve una mano? Che ti mando Tommaso se vuoi.”

“Ma no, tranquilli, voi giocate che se mi serve qualcosa vi chiamo.”

 

Tornato fuori, Luca aveva visto che Tommaso aveva portato la scatola contenente terra e fiori all’ombra dell’unico albero presente nel giardinetto della nonna, in quel momento stava mettendo in ordine i pezzi del vaso.

“Sarà difficile, ho paura che si vedranno le crepe,” osservò, ma era l’unica speranza che avevano. “Almeno speriamo che se ne accorga quando saremo già lontani.” I due si lasciarono andare a una risatina per sciogliere un po’ i nervi, poi tornarono subito seri: era un momento importante.

Era sempre un po’ difficile aprire il tubetto della colla, ma con qualche piccolo sforzo ce l’avevano fatta. Tommaso aveva già iniziato a fare qualche prova con i pezzi, unendoli due a due fino a capire quali fossero i giusti incastri, e soprattutto per capire se ne mancava qualcuno.

Avevano deciso di iniziare con i due pezzi più grossi e di incastrare in seguito i cocci più piccoli. In totale erano una decina di pezzi grossi e qualcuno di più piccolo, non fu per niente facile. “Forse avremmo dovuto attaccare prima quelli vicini, fare metà vaso a testa.” Osservò Tommaso nel constatare che alcuni pezzi non si infilavano negli spazi vuoti tra le crepe, ma ormai era troppo tardi: dovevano fare il loro meglio e sperare che bastasse.

“Non è che potremmo dipingerlo di nuovo?” Aveva proposto di nuovo il fratello minore a lavoro quasi ultimato.

Ma non c’era tempo, anzi, non avrebbero neppure finito di incollare, perché l’automobile dei loro genitori stava imboccando il cancello. 

“Nascondi tutto, svelto!” Insieme avevano riempito la scatola con i pezzi rimanenti e l’avevano nascosta in garage, dietro le biciclette, sul lato più nascosto. Luca sperava che il ciclamino avrebbe retto un po’ di buio e aveva buone speranze visto che sua madre gli aveva detto che era il fiore più forte. Resiste anche all’inverno, ecco perché sono contenta che me l’abbiate regalato per il mio compleanno.

“Dobbiamo incollare il resto prima della fine del pranzo.”

Una volta salutati i genitori, i due iniziarono a darsi il cambio nella missione impossibile di ricostruzione.

Non era strano che i fratelli girassero per la casa, era raro che stessero tutti insieme a chiacchierare nella stessa stanza. Quello che insospettì i genitori era la presenza costante di almeno uno dei due, lì a chiacchierare amabilmente senza lamentarsi. 

“Non so cosa stiate nascondendo, ma fareste bene a vuotare il sacco.” Aveva minacciato la mamma, sussurrando direttamente all’orecchio di Tommaso. La donna sapeva che tra i due c’erano più possibilità che fosse lui a cedere, infatti il bambino assunse un’espressione colpevole.

“Abbiamo… rotto un vaso.”

La donna prese il figlio per il braccio con delicatezza e lo accompagnò in soggiorno. “Che vaso?”

“Quello con le palline colorate, col ciclamino. Lo stiamo incollando.”

La mamma sorrise. “Quel vaso l’avevo dipinto io da bambina. Ma non ti devi preoccupare, non l’avete fatto di proposito. Vi aiuto.”

Insieme si erano diretti al garage, dove Luca cercava di incollare più pezzi possibili. Nel vedere la madre, il maggiore dei due fratelli era sbiancato e aveva quasi fatto cadere di nuovo il vaso. 

“Non preoccuparti, sono qui per aiutarvi.” Luca porse il vaso alla mamma, che lo osservò con attenzione. 

“Bravi, avete fatto un lavoro non proprio perfetto, ma non è male. Continuate a incollare che vado a prendere una cosa.”

I due, un po’ più rilassati, unirono quasi tutti i restanti pezzi alla loro composizione. Purtroppo alcuni non si infilavano perfettamente.

“Dovreste limare quei pezzi, vi aiuto io.” anche il papà era arrivato a dare una mano, con un foglio di carta vetrata aveva iniziato a farvi scorrere sopra i pezzi uno per volta. Nel giro di pochi minuti i restanti pezzi erano stati uniti. Il vaso era tornato un pezzo unico.

“Venite qui, col vaso, che lo finiamo.”

Sul tavolo della cantina, la mamma aveva posizionato un foglio di giornale con sopra alcuni pennelli e una piccola tavolozza nella quale aveva versato dei colori. “Dovete sapere che quel vaso l’avevo dipinto io da piccola. Ormai era tutto scolorito e le dicevo sempre di buttarlo. Mi aveva detto di aver sentito il vaso cadere e di avervi spiati stamattina. Abbiamo apprezzato il vostro tentativo, perché sappiamo che avete imparato una lezione. Adesso con i colori e poi anche con la vernice possiamo renderlo anche vostro.”

I due fratelli si divertirono a colorare il vaso imitando le decorazioni che la loro mamma aveva dipinto più di venti anni prima.
Quando la nonna li andò a chiamare per il pranzo, li trovò tutti a ridere intorno al tavolo della cantina. “Dove sarebbe il mio ciclamino? Sta bene?”

“Sì, l’ho messo fuori in un vaso di plastica, domani lo potrete ripiantare.” La mamma aveva pensato a tutto.

La nonna stava fissando il vaso. “Insomma, pensavo peggio… Meno male che non avete rotto il vetro, potevate farvi male a provare a nascondere anche quello.” rideva, divertita. 

I due si erano resi conto di non essere stati particolarmente furbi nonostante il loro piano a prova di nonna.

Insieme erano andati a pranzo, ancora ridendo.

 

Quel pomeriggio, prima di andare via la mamma aveva mostrato loro come usare la vernice trasparente. “È venuto proprio bene, ora è un’opera di tutti noi, si vedono le crepe, ma vedrete che starà benissimo sul balcone. Potete chiedere alla nonna se vi dà anche un vaso intero, magari. Cosa ne dite?”

“Mi piacerebbe,” rispose Luca saltellando di gioia, mentre il fratello annuiva sorridente.

Avevano rimesso insieme il vaso e conosciuto un po’ di più i loro genitori. Era stata una bella giornata.



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