Il serpente gigante
Prompt: in fuga
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Parole: 540
Paolo amava stare alla casa di campagna dei nonni per molti motivi: prima di tutto perché erano sempre disponibili a esaudire ogni sua richiesta, essendo lui uno degli unici due nipoti che avevano, e poi anche perché i nonni, oltre all'orto e agli alberi da frutto, avevano il pollaio con le galline.
Il bambino amava andare a vedere se ci fossero uova nel pollaio, la nonna lo mandava lì almeno quattro volte al giorno per farlo contento, nonostante sapesse che il più delle volte il suo sarebbe stato un viaggio a vuoto.
Quel giorno, mentre la nonna stava preparando una torta con le uova che Paolo aveva raccolto, il bambino aveva pensato di andare a fare una corsa giù per le colline, tra i vigneti, insieme a sua cugina Marta che era appena arrivata. A lei era sempre piaciuto gareggiare. Insieme decidevano un percorso da fare e poi cercavano di completarlo nel più breve tempo possibile. Paolo doveva ammettere che lei vinceva più spesso, in fin dei conti era più grande e più veloce di lui.
I due avevano scelto di scendere seguendo la strada larga, quella che in genere si percorreva coi trattori, e di tornare su dal lato dei vigneti, dove suo nonno solo il giorno prima aveva tagliato l'erba. Il nonno si era raccomandato tanto che i due bambini non andassero a camminare dove c'era l'erba alta, era l'unica preoccupazione che aveva e lo ripeteva continuamente.
Correndo lungo la discesa i due andavano veloci come il vento. Non avevano mai avuto paura di quel luogo, durante l'estate stavano lì a correre e giocare e ne conoscevano ogni metro come le loro tasche.
Una volta arrivati in fondo alla discesa, avevano girato a destra e si erano ritrovati nel territorio del vicino del nonno, anche lui un parente lontano che conoscevano poco. Marta era già avanti di qualche metro, quando si era fermata all'improvviso. Aveva fatto un cenno al cugino di stare in silenzio e di fermarsi. Paolo era arrivato non capendo bene cosa stesse succedendo, quando l'aveva vista: una grossa biscia nera se ne stava arrotolata su se stessa al centro del sentiero.
I due bambini stavano immobili come spaventapasseri a fissarla.
"Dici che sia una vipera?" Aveva chiesto Paolo.
"Credo di no, le vipere non sono nere." Marta non sembrava molto convinta, ma spesso aveva chiesto quali fossero i serpenti pericolosi e quindi sapeva che in teoria quel grosso rettile spaventoso non lo era.
In quel momento, la biscia aveva mosso la coda.
I due cugini allora avevano davvero messo il turbo: avevano corso senza fermarsi neppure un istante fino a tornare appena fuori dalla casa dei nonni. Erano arrivati urlando col cuore in gola, giurando di fronte alla nonna che il serpente nero, che secondo loro era una vipera, li aveva seguiti sibilando dietro di loro, veloce come un fulmine, lungo almeno sei metri e terribilmente spaventoso. I bambini avevano descritto gli occhi rossi del rettile che li avevano puntati e terrorizzati.
"Avete fatto bene a tornare a casa di corsa. Adesso imparerete ad ascoltare la nonna!" Certo, sapeva che i due avevano esagerato e che non avevano visto altro che una biscia innocua, ma forse finalmente avevano imparato a guardare dove mettevano i piedi.